Ostia, razza ferita finisce vicino alla riva: l’animale soccorso è stato aiutato a riprendere il largo

Ostia, avvistamento incredibile di una razza vicina alla riva. Sugaroni: "La prima volta in 55 anni e tanto mare"

Nella foto una trigone pastinaca, la razza avvistata a Ostia

Ostia: una razza è stata avvistata vicinissima alla riva nel tardo pomeriggi di ieri nell’incredulità dei bagnanti. Non appena lanciato il tam tam sui social, le segnalazioni della presenza di questo animale sono iniziate ad aumentare, tra chi lo aveva visto galleggiare a pelo d’acqua nei pressi della spiaggia libera di Ostia Ponente, e chi lo ha intercettato a Lungomare di Levante, tra i due stabilimenti Maresole e La Bicocca.

Questo il punto dell’ultimo avvistamento della razza prima del suo soccorso, raccontato da Alberto Sugaroni, che ha aiutato questa splendida creatura a riprendere il largo.

Ostia, avvistamento incredibile di una razza vicina alla riva. Sugaroni: “La prima volta in 55 anni e tanto mare”

Ero intento a guardare il mare interessato da un moderato libeccio e ad un certo punto, tra le onde vicino al gradino del bagnasciuga, il mio sguardo è stato attratto da quella che in un primo momento mi era sembrata una busta nera che andava però controcorrente – ha spiegato Sugaroni -. A quel punto mi sono avvicinato per guardare meglio ed ecco apparire una meravigliosa razza, avrà avuto un diametro/larghezza di circa 50 cm e con le sue ali accarezzava l’acqua in direzione Ostia. Ho richiamato subito l’attenzione del marinaio di salvataggio e subito si è formato un capannello di persone incredule come me nel vedere un esemplare di razza così vicino alla riva”.

L’animale presentava una ferita sulla pinna di sinistra probabilmente dovuta ad un morso, e forse proprio le sue condizioni di fragilità l’avranno spinta ad arrivare in acque basse:

Sono entrato in acqua accompagnando l’animale nella giusta direzione, e poco dopo aver percorso una decina di metri, la razza placidamente ha ripreso il largo – prosegue -. Ho voluto scriverlo per un motivo ben preciso: è bene segnalare che qualora dovesse capitare un altro avvistamento del genere, è necessario adottare tutte le cautele del caso. In primis, va assolutamente evitato di toccare il pesce (non è una razza dell’acquario di Genova che gioca con i visitatori, ma un animale libero e non abituato all’uomo). L’animale dispone di uno/due pungiglioni sulla coda che non sono letali, ma possono causare seri problemi e severe infezioni”.

Qualora, si venga punti da una razza, è bene recarsi immediatamente al pronto soccorso per le cure del caso. Una situazione che è molto difficile possa accadere, specialmente nel nostro mare, ma visto l’incontro delle ultime ore, non impossibile.

Tra le specie conosciute, la razza arrivata a Ostia potrebbe essere una trigone pastinaca, che è comunemente presente anche nel Mar Mediterraneo, oltre che nei mari tropicali. Può raggiungere dimensioni notevoli, fino ad un metro e mezzo di larghezza per due metri e mezzo di lunghezza. Di dimensioni inferiori l’esemplare soccorso da Alberto Sugaroni, forse ancora giovane.

La colorazione è scura sul dorso, tra il grigio, marrone e fino al verde olivastro con il ventre chiaro. La coda è provvista di un aculeo seghettato e velenifero. Si possono trovare di giorno mentre riposano sotto a qualche masso anche a profondità poco elevate.

In 55 anni e tanto vissuto di mare, non mi era mai capitato di avere un incontro così emozionante e soprattutto così vicino alla riva – prosegue Sugaroni -, per un paio di metri l’animale ha nuotato addirittura sul bagnasciuga”.

Il mare di Ostia ci regala continuamente emozioni: delfini, cavallucci marini, aquile di mare, squali e molte altre specie popolano sempre di più le nostre acque. Un ultimo avvistamento di delfini a largo delle Secche di Tor Paterno, sabato scorso (leggi qui), mentre a luglio di quest’anno un carosello di aquile di mare e salpe sono state riprese dal diving Blue Marlin Porto di Roma (leggi qui). 

“Un segnale della pulizia delle acque e che a livello di depurazione delle acque, abbiamo finalmente raggiunto buoni risultati. Ma molto, lo dobbiamo anche al rispetto del nostro mare che negli anni abbiamo imparato ad avere e che dobbiamo continuare ad avere sempre, migliorando i nostri comportamenti – conclude Alberto Sugaroni”.

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