Peste suina a Roma, oltre 100 maiali e cinghiali saranno abbattuti

La Asl Roma 1 ha notificato l'ordinanza di abbattimento di tutti gli animali della Sfattoria degli Ultimi. “I nostri legali stanno già provvedendo a inoltrare il ricorso al Tar"

peste suina

Peste suina a Roma: maiali e cinghiali della Sfattoria degli Ultimi saranno abbattuti. Lo ha deciso l’Asl Roma 1 in un’ordinanza. I suini del rifugio in via Arcore, zona Flaminia a Roma, nonostante siano regolarmente microcippati e iscritti alla Asl come animali non dpa, ossia non destinati alla produzione alimentare, ricadono all’interno della zona rossa nel quadrante di Roma Nord, tracciata nell’ambito del contenimento della peste suina africana (leggi qui).

La Asl Roma 1 ha notificato l’ordinanza di abbattimento di tutti gli animali della Sfattoria degli Ultimi. “I nostri legali stanno già provvedendo a inoltrare il ricorso al Tar”

La Sfattoria degli Ultimi sorge su un vasto terreno confiscato, ospita 120 animali tra maiali e cinghiali tutti salvati da situazioni di maltrattamento. A prendersene cura è Paola Samaritani.

Sito a Roma, nella campagne a nord della capitale, il rifugio ospita più di cento animali in 5000 metri di giardino e due enormi stalle, in cui sono liberi di scorrazzare. Gli animali sono tutti censiti presso la Asl territoriale di riferimento e tutti microchippati in quanto registrati come animali non DPA (non destinati ad uso alimentare).

Dall’inizio di quest’anno l’Italia é stata interessata dalla diffusione della peste suina africana e tra le varie zone indicate come zona rossa, é rientrata anche quella della Sfattoria.  “I nostri legali – fanno sapere i gestori della Sfattoria – stanno già provvedendo a inoltrare il ricorso al Tar contro l’ordinanza. Le autorità locali infatti vogliono uccidere con l’elettroshock oltre cento animali sani salvati dal macello e ospiti nella struttura, giustificando ciò per la “peste africana”.

Peste suina a Roma, maiali e cinghiali abbattuti: la solidarietà della Lega Antivivisezionista

Intanto, la Sfattoria ha ricevuto la solidarietà della Lega Antivivisezionista: “Affianchiamo Paola Samaritani che dal 2008 recupera maiali e cinghiali vittime di maltrattamenti e destinati a macellazione, animali salvati dalla volontà popolare, da cittadini di qualsiasi estrazione e nazionalità”, si legge nella nota.

“Un lavoro straordinario – prosegue – che ora rischia di essere messo a dura prova da una decisione spietata e impossibile da condividere, frutto di una forzatura evidente a spese di animali monitorati e soprattutto sani”.

La posizione del Ministero della Salute

Intanto, i rappresentanti del ministero della Salute ha avuto un incontro con alcune associazioni animaliste ed ecologiste, al termine del quale hanno affermato che organizzeranno un appuntamento con il Commissario alla gestione dell’emergenza della Peste Suina Africana per approfondire la questione.

La nota dell’Oipa

Sull’episodio è intervenuta anche l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che ha dichiarato: “Valuteremo anche noi, come i gestori della Sfattoria, di ricorrere al Tar e aderiamo con la nostra rete di volontari alla mobilitazione nazionale per chiedere la revoca del provvedimento al direttore generale e ai dirigenti della Asl

“Il diffondersi, assai limitato, della peste suina africana, una malattia virale che colpisce i suini domestici e selvatici, non si trasmette all’uomo e dunque non sussiste alcun pericolo per la salute umana”, osserva il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. “Ci chiediamo dunque perché l’Azienda sanitaria abbia preso questa tragica decisione. E, se necessario, lo chiederemo anche nelle Aule giudiziarie”.  

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