Dal primo agosto i dipendenti Acapo dovranno prendere la decisione: trasferimento in Veneto a cifre molto più basse o restare senza lavoro
Pomezia: i lavoratori del call center Acapo sono sul piede di guerra e si affidano ai sindacati per risolvere una situazione che si fa sempre più preoccupante. Dal primo agosto nella regione Lazio saranno in 51 senza lavoro e i dipendenti dell’azienda con sede in Via Santo Domingo, molti dei quali affetti da disabilità, o accettano il trasferimento a Padova, nel Distretto 4 alta Padovana o perderanno il loro lavoro.
Inoltre sarebbero costretti ad accettare una paga minore, o andranno incontro alla disoccupazione. Giovanni Alfonsi della Fp Cgil e Stefania Gunnella, della Cisl Fp e Massimo Mattei della Uil FPL Roma e Lazio spiegano la situazione: “Si tratta – esordiscono – di un nuovo dramma occupazionale, dal primo agosto, con il subentro della Coop Giotto, facente parte del consorzio Leonardo, ha portato a queste nuove condizioni. Il Consorzio Leonardo e la coop. Giotto sono stati irremovibili, non vogliono aprire un nuovo centro a Roma che possa inglobare almeno una parte degli impiegati nella commessa, bocciando tutte le nostre richieste, comprese quelle dello smart working o del telelavoro, ribadendo la volontà di spostare l’attività in Veneto, a Padova”.
“Oltretutto – proseguono i sindacalisti, non sono stati forniti i dati completi dell’appalto, dando solo informazioni frammentarie, dicendo che i lavoratori in questione saranno assunti a tempo indeterminato dal primo agosto senza periodo di prova, ma rimodulando il loro contratto al ribasso rispetto allo stipendio attuale. In poche parole, anche se la commessa è gestita dalla regione Lazio, sono costretti a trasferirsi a Padova e con meno ore di lavoro, con una retribuzione dunque molto più bassa”.
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