Rogo Centocelle, diossina fuori controllo a Torre Spaccata

Il giorno del rogo a Torre Spaccata record negativo di diossina: 35 volte il tetto massimo stabilito dall'Oms

Il primo dato fornito dall’Arpa sul fronte diossina è inquietante: il giorno del rogo di Centocelle mentre le folate di vento spingevano la nube di fumo nero innanzitutto su Torre Spaccata, per ergersi poi su Roma fino al litorale, le centraline dell’Arpa hanno registrato nei due quartieri un dato della diossina 35 volte il valore massimo fissato dall’Oms.

Il giorno del rogo a Torre Spaccata record negativo di diossina: 35 volte il tetto massimo stabilito dall’Oms

Per capire quale sia la situazione ora, a quasi 48 ore dal devastante incendio, bisognerà attendere gli ulteriori dati in esame.

Il dato della diossina rivelato sabato era pari a 10,6 ng/m3 a fronte del valore di riferimento fissato in 0,3.

Le centraline installate dall’Arpa Lazio nella propria sede, nella zona, e nell’aeroporto militare di Centocelle, hanno rilevato infatti anche valori di benzopirene pari a 2,6 ng/m3, superiori alla media annua stabilita in 1 ng/m3, mentre la centralina di Cinecittà ha registrato il valore più alto a Roma anche per quanto riguarda le concentrazioni di polveri sottili, con il PM10 tra il 26 e il 29.

L’indomani al rogo di Malagrotta, invece, il limite massimo registrato nel quartiere era  stato dello 0,4, di poco superiore al limite, mentre a Fiumicino era stato toccato lo 0,9, tre volte superiore.

A bruciare a Centocelle infatti insieme agli autodemolitori copertoni, oli, bombole e batterie.

I valori forniti sono dati prodotti dagli incendi nell’immediato – ha spiegato il direttore dell’Arpa Lazio, Marco Lupo –  e sono stati comunicati all’Asl di riferimento che valuterà se e quali misure applicare. Siamo però fiduciosi che già dalle prossime ore i valori potranno rientrare nella normalità”.

L’assessora: “Dietro ai roghi la filiera dei rifiuti”

Intanto  Sabrina Alfonsi, assessora all’ambiente e ai rifiuti di Roma Capitale durante un sopralluogo nella zona dell’incendio ha dichiarato: “Se il movente è di stampo mafioso non possiamo dirlo. Il tema è che in quasi tutti gli incendi c’è di mezzo la filiera dei rifiuti”.

“La zona da dove è partito l’incendio di sabato – ha aggiunto – era stata sgomberata non più di un mese e mezzo fa e c’era un’area di smistamento dei rifiuti. Da qui è divampato il rogo, le fiamme hanno seguito la linea di questi rifiuti per arrivate poi agli auto demolitori“.

In mattinata, intanto, gli autodemolitori hanno protestato sulla via Casilina, non vogliono trasferire le attività (leggi qui).

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