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Roma, l’A24 e l’A25 passano all’Anas: lo strappo con Strada dei Parchi

L'A24 e l'A25 tornano alla gestione Anas: la querelle con Strada dei Parchi

L’A24 e A25 verso la nazionalizzazione. Il governo ha revocato la concessione a Strada dei Parchi assegnataria fino al 2030 della gestione dei trecento chilometri di autostrade laziali e abruzzesi. Una decisione che era nell’aria visti gli scontri tra il gruppo Toto che gestisce le infrastrutture e il ministero guidato da Enrico Giovannini.

L’A24 e l’A25 tornano alla gestione Anas: la querelle con Strada dei Parchi

Il Consiglio dei ministri ieri, giovedì 7 luglio, ha approvato un decreto legge che dà efficacia immediata alla risoluzione sulla procedura per grave inadempimento, avviata lo scorso dicembre dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, il Mims, in considerazione “delle molteplici criticità riscontrate nella gestione dell’autostrada, compreso l’inadeguato stato di manutenzione”.

Un decreto che ha disposto l’immediato subentro di Anas.

Dura la risposta di Strada dei Parchi: “Si apprende senza comunicazione preventiva che con un’inaudita e immotivata decisione, tesa a  umiliare e penalizzare un gruppo imprenditoriale il cui solo torto è di aver investito in Italia credendo nell’apprezzamento delle istituzioni, il Governo ha ritenuto di attivare la procedura revocando  la concessione delle Autostrade A24-A25, della quale Strada dei Parchi era  divenuta titolare nel 2002 vincendo la gara europea che lo Stato fece dopo aver preso atto di due successivi default delle società dell’Anas che gestivano i due tratti autostradali”.

“Si tratta di una scelta ritorsiva del tutto ingiustificata – fa sapere la società – Prima di tutto, perché giunge fuori tempo massimo, visto che Strada dei Parchi ha notificato in data 12 maggio ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia la propria unilaterale decisione di avvio delle procedure per il recesso e la cessazione anticipata della concessione, essendo venute definitivamente meno le condizioni minime in grado di garantire una efficace operatività in una condizione di equilibrio economico-finanziario…Il governo piuttosto si attivi per definire l’indennizzo dovuto, come previsto dalla concessione medesima”.

La decisione della società  era maturata dopo la bocciatura da parte del Cipess dell’ennesimo Piano economico e finanziario (Pef) – cioè lo strumento per mettere in sicurezza l’infrastruttura dal rischio terremoti e adeguarla alle nuove normative europee e nazionali – e di fronte alla constatazione che “pur essendo il Pef iniziale di Strada dei parchi scaduto nel 2013, da allora, nonostante 18 diverse proposte sviluppate da parte di Sdp, recependo indicazioni e parametri forniti dal concedente, nulla è mai stato deciso”, la conclusione“.

Resta tra i pendolari e i sindaci la grave preoccupazione dei rincari: in pochi anni erano già scattati aumenti ormai insostenibili (leggi qui).

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