A24, i rincari bloccati per altri sei mesi

I rincari sarebbero dovuti scattare dal primo luglio, rinviati a gennaio. Al momento dell'applicazione porteranno un aumento del 34 per cento sui pedaggi

L'A24 vista da Vicovaro
Autostrada A24. Foto Canaledieci.it

Non scatteranno più il primo luglio i rincari del 34 per cento sui pedaggi dell’ A24 e A25. Sono stati rinviati al primo gennaio. Lo ha deciso cda di Strada dei Parchi SpA, la società che gestisce le tratte. Una decisione, riferisce l’azienda, presa “ancora una volta, per senso di responsabilità e di fronte all’inerzia del Governo”.

I rincari sarebbero dovuti scattare dal primo luglio, rinviati a gennaio. Al momento dell’applicazione porteranno un aumento del 34 per cento sui pedaggi

L’applicazione è differita dal primo luglio 2022 al primo gennaio 2023. Sei mesi che comunque solleveranno i pendolari e gli automobilisti costretti già a pagare cifre esose anche per percorrere pochi chilometri.

La società ha ricordato che questo è il secondo blocco degli aumenti: sarebbero dovuti scattare già dal primo gennaio 2021. Decisioni probabilmente scaturite anche in risposta alla rivolta dei cento sindaci dei Comuni interessati che sono scesi più volte ai caselli per sensibilizzare la società ma anche il governo sul tema dei rincari dei pedaggi, già tra i più cari d’Italia.

Il primo blocco degli aumenti era scattato lo dicembre scorso.  “Avevano bloccato i rincari – ha specificato l’azienda – con l’intento di favorire l’approvazione di un Piano Economico Finanziario (PEF) che fosse sostenibile per l’utenza e consentisse la messa in sicurezza di due tratte autostradali vitali per i territori”.

La Società avvia il recesso anticipato della concessione

“La decisione ora si è resa necessaria a causa del perdurare della situazione di stallo. È proprio a causa di un tale quadro di incertezza e immobilismo dei Governi Nazionali negli ultimi 10 anni che Strada dei Parchi ha avviato, nelle scorse settimane, la procedura di recesso anticipato della concessione (art. 11 del contratto concessorio)”.

Per Gina Panci, commissario della X Comunità Montana Valle dell’Aniene, il blocco degli aumenti in parte conforta “ma sappiamo – specifica – che non si tratta ne’ di una decisione  governativa ne’ risolutiva. Noi amministratori chiediamo un blocco definitivo. In alternativa i nostri paesi sarebbero destinati allo spopolamento”.

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