Salute, uno studio sul vaiolo delle scimmie testimonia la sua evoluzione: in atto nuove mutazioni

Il ceppo scoperto a maggio 2022 è assai diverso rispetto a quello che causò l'epidemia del 2018/2019 e si sta evolvendo repentinamente

Il virus del vaiolo delle scimmie responsabile dell’attuale epidemia è in piena evoluzione: il ceppo scoperto a maggio 2022 è totalmente diverso rispetto a quello che provocò l’epidemia del 2018-2019 e sono state trovate in un nuovo studio nuove mutazioni anche nella trasmissione da uomo a uomo ora in corso.

Il ceppo scoperto a maggio 2022 è assai diverso rispetto a quello che causò l’epidemia del 2018/2019 e si sta evolvendo repentinamente

La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Medicine, indicherebbe che è in atto una evoluzione accelerata del virus.

Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori guidati dall’Istituto Nazionale di Sanità Doutor Ricardo Jorge (Insa) di Lisbona.

Il vaiolo delle scimmie rappresenta una malattia infettiva rara che si diffonde tra gli animali, esseri umani compresi, causata dal virus del vaiolo delle scimmie, noto come MPXV.

Quest’ultimo appartiene al genere Orthopoxvirus, di cui fa parte anche il vaiolo. La malattia è endemica nei paesi dell’Africa occidentale e centrale, e le rare segnalazioni di casi al di fuori di tali regioni sono solitamente associate all’importazione da queste aree.

Nel maggio 2022 è stato identificato il primo focolaio che coinvolgeva più paesi e attualmente ci sono oltre 2.500 casi confermati in tutto il mondo (cifra aggiornata al 18 giugno).

Per capire cosa ha dato il via all’epidemia, i ricercatori guidati da Joana Isidro, Vtor Borges e Miguel Pinto hanno ricostruito le sequenze genetiche di MPXV ora circolante: l’analisi evidenzia che il ceppo del 2022 si è differenziato da quello del 2018-19 grazie a 50 mutazioni, un numero notevole e inaspettato per un virus appartenente al genere Orthopoxvirus.

In ultima analisi, inoltre, hanno trovato i primi segni di un’ulteriore evoluzione in corso, con 15 mutazioni scoperte nel virus che si è trasmesso da uomo a uomo.

Gli autori dello studio indicano che, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, questi risultati aiutano a chiarire la traiettoria evolutiva del virus del vaiolo, fornendo dati sui possibili meccanismi alla base di questa evoluzione.

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