Rocky, il cane soppresso dopo una lunga polemica degli animalisti contro il veterinario in servizio presso il canile comunale della Muratella, era affetto da meningoencefalite, da polmonite acuta e nello stomaco aveva diversi corpi estranei. La terapia proposta dal veterinario, contro la quale si erano scatenati gli animalisti, era dunque giusta.
Accuse infondate nei confronti del veterinario del canile comunale che curava Rocky, l’animale soppresso per il rifiuto degli animalisti di adeguare i farmaci alle sue condizioni
Sono le conclusioni dell’autopsia effettuata dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana sui resti dell’animale che è stato soppresso dagli animalisti il 21 maggio scorso dopo una furiosa polemica esplosa nel canile della Muratella. Il cane, un molossoide, soffriva di crisi epilettiche e il veterinario, il dottor Adriano Felli, che seguiva la struttura dall’8 aprile, aveva avviato terapie per il contenimento della patologia.
Il particolare l’autopsia ha rivelato una meningoencefalite multifocale (condizione derivante da infezione o da tumore che può suscitare attacchi epilettici), una polmonite acuta bilaterale, epatomegalia e, inoltre, la presenza di corpi estranei nello stomaco (ovvero un pezzo di tubo di plastica avvolto in una rete di yuta).
Per il cane, che era indomito, quindi difficile da trattare clinicamente, il veterinario aveva proposto la riduzione della terapia a base di barbiturico con somministrazione di bromuro di potassio. Animalisti e maestranze del canile, però, si erano opposti proponendo l’impiego di sostanze psicotrope che per legge non possono essere detenute in quantità eccessive. E avevano negato anche il ricorso all’anestesia.
Il veterinario aveva anche suggerito in trasferimento in una struttura più arieggiata e confortevole per migliorare la funzionalità respiratoria di Rocky ma anche questa soluzione era stata negata. Infine, la presenza di corpi estranei nello stomaco del cane, documentata in altri cinque animali sottoposti a intervento chirurgico in due mesi di tempo, lascia interrogativi sulla qualità della custodia di Rocky nel canile Muratella.
Il 3 giugno scorso il dottor Adriano Felli ha rassegnato le dimissioni dal canile comunale. “Le condizioni per operare in scienza, coscienza e nel rispetto delle leggi presso le strutture in parola non esistono” ha giustificato. Ed è evidente che la decisione è maturata dopo la campagna d’odio innescata dagli animalisti contro di lui per il caso di Rocky e di altri cani che il veterinario avrebbe voluto trattare secondo “scienza e coscienza”.