Grande Roma

Roma, l’uxoricida di via Mascagni: “Ho ucciso mia moglie, ma non volevo”

La difesa dell'uxoricida davanti al magistrato non regge, scatta l'accusa di omicidio volontario

Pietro Bergantini, l’uxoricida di via Mascagni una volta arrestato ha raccontato che non era sua intenzione uccidere la moglie, Caterina, sposata cinquant’anni fa: “Il primo colpo è partito per sbaglio mentre avevo la pistola sotto al cuscino per la paura dei ladri  – si è giustificato – Poi sono entrato in un momento di confusione ed è partito il secondo colpo“.

La difesa dell’uxoricida davanti al magistrato non regge, scatta l’accusa di omicidio volontario

E’ così che l’ex manager delle assicurazioni, da qualche anno in pensione, ha provato davanti al magistrato a giustificare l‘omicidio della moglie, Caterina D’Andrea, 72 anni, uccisa nel sonno, a letto, nella serata di domenica, 19 giugno (leggi qui).

Un omicidio che si è consumato in un elegante appartamento del quartiere Africano a Roma, dopo una giornata trascorsa assieme al mare ad Ostia.

L’indomani poi l’uomo ha chiamato il suo legale, ha fissato un appuntamento per una consulenza e appena è arrivato a studio si è affrettato a chiedere consigli: “Mia moglie è morta, uccisa dalla mia pistola. Che deve fare?”. L’avvocato Giorgio Beni, che ora lo assiste insieme al collega Marco Macchia, gli ha indicato direttamente l’indirizzo della Questura e l’unica via percorribile: costituirsi.

Ora per l’uxoricida il pm Alessia Natale della procura di Roma ha disposto il fermo per omicidio volontario.

Spetterà a breve al gip trarre le prime conclusioni del caso ed emettere l’eventuale relativa misura di custodia cautelare. Per l’uomo, comunque, potrebbero scattare anche altre aggravanti. La prima, scontata, è insita nel delitto commesso, l’aver ucciso la moglie. Nel frattempo l’ex manager resta in carcere.

Eravamo sposati da cinquant’anni – ha detto in lacrime – Mai avrei pensato di ucciderla“.

Disposta l’autopsia

Il magistrato, intanto, ha disposto l’autopsia e le relative perizie per accertare anche con quanti colpi sia stata uccisa la donna e da quale distanza siano stati esplosi.

Commosso il fratello della vittima: “Chiamavo mia sorella tutte le mattine. L’ho chiamata anche ieri, lunedì mattina, ma il marito non me l’ha passata.

Mi ha riferito che Caterina stava a letto, non stava bene. Io ci ho creduto perché a volte soffriva di mal di testa. Invece era a letto sì, ma ammazzata. E da lui“. “Non lo avrei mai potuto immaginare“, ha concluso l’uomo.

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