Roma, insegnava sul web a fabbricare bombe: arrestato combattente Isis virtuale

L'arrestato, un lavoro come fruttivendolo o manovale, nel tempo libero insegnava sul web a costruire bombe. Per gli inquirenti era in contatto diretto con i miliziani dell'Isis

Insegna a costruire bombe rilanciando anche la propaganda Isis, 37enne egiziano, a Roma da anni, finisce in manette con l’accusa di essere un miliziano dello Stato Islamico. L’accusa per cui l’uomo è stato arrestato dai Ros su mandato di piazzale Clodio è la partecipazione a un’associazione con finalità di terrorismo internazionale e addestramento con finalità di terrorismo.

L’arrestato, un lavoro come fruttivendolo o manovale, nel tempo libero insegnava sul web a costruire bombe. Per gli inquirenti era in contatto diretto con i miliziani dell’Isis

L’uomo, secondo quando ricostruito dal Ros dei carabinieri, rilanciava il materiale jihadista a una vasta comunità virtuale di utenti denominata  “Casa Mediatica Roma”. Il 37enne ha più volte condiviso ad altri utenti documenti di addestramento militare, impartendo istruzioni sul maneggio delle armi da fuoco, sulla fabbricazione di bombe, ma anche studi sulle tattiche per pianificare attacchi terroristici.

Le indagini del Ros, il Raggruppamento operativo speciale dell’Arma dei Carabinieri, hanno permesso di intercettarlo nella fase della radicalizzazione, quella che di solito anticipa il passaggio in azione.

L’uomo, in Italia dal 2002, con regolare permesso di soggiorno, viveva a Roma con la famiglia da alcuni anni. Ha lavorato in una frutteria, in una azienda per la riparazione di elettrodomestici, ma anche come operaio edile: lavori che lo hanno anche portato in contatto con l’area del Vaticano.

Secondo gli inquirenti non era un simpatizzante che rilanciava materiale ma un perno in contatto diretto con l’organizzazione Isis da cui riceveva video e direttive.

Le armi utilizzate dall’egiziano, in realtà, sono quelle virtuali, altamente pericolose se sponsorizzate nell’ottica jihadista. Le pagine social da lui frequentate venivano inondate di messaggi violenti e di propaganda, con la finalità di esaltare i sostenitori della jihad e  di attrarre la platea di coloro che per la prima volta si affacciano alla distorta interpretazione dell’Islam.

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