Abusi su aspiranti attrici, chiesti dieci anni per un regista romano

violenze

Agganciava modelle e aspiranti attrici per provini cinematografici e una volta sul set le convinceva a recitare la scena di uno stupro. Lui, il regista, nel ruolo di aguzzino; loro, le attrici, di vittime. Solo che le violenze venivano commesse davvero, con palpeggiamenti insistenti. Cinque le vittime di cui tre minorenni. E’ con questa accusa che ieri la procura di Roma ha chiesto la condanna a 10 anni di carcere per il regista romano Giuseppe F., ora 72enne. La contestazione, violenza sessuale aggravata.

Le attrici, agganciate con la promessa di partecipare a un importante film, venivano convinte a recitare la parte di uno stupro

I primi episodi, secondo l’accusa, risalgono al 2011, gli ultimi al 2017. Come ricostruito in aula dal pm Stefano Pizza le ragazze in tutti i casi sono state palpeggiate in maniera insistente.

Ma il regista, secondo l’accusa, avrebbe provato sempre ad andare oltre, suggerendo alle giovani di “scogliersi” per meglio calarsi nella parte.

Le violenze in quattro casi sarebbero avvenute nella sede di un’associazione culturale in via Anastasio II, all’Aurelio nel 2017, denominata “l’Accademia dello Spettacolo”, di proprietà del regista.

Il precedente episodio la violenza sarebbe avvenuto, invece, in uno studio privato dell’imputato. In tutti i casi il ruolo da recitare era quello di uno stupro.

Alle ragazze sarebbe stato promesso che la selezione veniva organizzata in vista di un suo film in cantiere.

A mettere nei guai il regista è stato un talent scout, suo collaboratore, tra i primi a rendersi conto della vera finalità dell’aggancio delle aspiranti attrici.

“Non erano finti di provini, ma selezioni vere”, si è sempre difeso il regista, assistito dall’avvocato Antonio Filardi, “Al massimo ho dato loro dei suggerimenti. Le ragazze venivano accompagnate dai genitori. Nessuna scena di stupro, nessun nudo. Lo dimostrano le immagini”.

Il film non è mai stato prodotto, il regista verrà arrestato, con la misura dei domiciliari, nel 2019. La scena finita nel mirino consisteva nel rapimento di una ragazza che poi doveva essere abusata su un letto.

Dopo un anno e tre mesi di arresti domiciliari il regista è tornato libero. Tra le attrici solo una giovane si è costituita parte civile. A settembre la sentenza.

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