Anche in Italia il vaiolo delle scimmie. Tre casi a Roma: quali sono sintomi ed effetti

Un nuovo virus si affaccia sullo scenario globale: il vaiolo delle scimmie esordisce anche a Roma

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Dilaga la preoccupazione, anche nella comunità scientifica, per un nuovo virus che si affaccia in Europa e negli Usa: si tratta del vaiolo delle scimmie, infezione diffusa soprattutto in Africa che generalmente si manifesta in forme non gravi nell’uomo. Tre casi registrati in 24 ore a Roma.

Un nuovo virus si affaccia sullo scenario globale: il vaiolo delle scimmie esordisce anche a Roma

L’esordio del vaiolo delle scimmie si è registrato dall’inizio del mese di maggio con diversi casi segnalati in alcuni Paesi europei e oltreoceano.  L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sta monitorando la situazione che è in «rapida evoluzione», ed in Italia il ministero della Salute ha avviato un sistema di sorveglianza dei casi e allertato le Regioni.

I casi di Roma

Ieri, giovedì 19 maggio, il primo contagio è stato confermato anche in Italia, esattamente a Roma. A mezzogiorno di oggi, venerdì 20 maggio sono stati confermati altri due casi di vaiolo delle scimmie a Roma. “Ho appena ricevuto notizia dal SERESMI (Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive) che anche gli altri due casi sospetti, correlati al caso zero italiano, sono stati confermati annuncia l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato – Pertanto, salgono a 3 i casi di vaiolo da scimmie tutti presi in carico dall’Istituto Spallanzani. Ho aggiornato il Ministro della Salute Roberto Speranza sull’evoluzione della situazione”.

Ad oggi, dopo i primi casi segnalati nel Regno Unito per un totale di 9 ad oggi, contagi sono stati registrati in Portogallo e Spagna – dove è stato dichiarato uno stato di allerta – ma anche in Svezia e in Italia. Altri casi sono segnalati in Usa e Canada. Il primo contagio nel Regno Unito sarebbe stato ‘importato’ dopo un viaggio all’estero in un’area endemica, gli altri sarebbero autoctoni. Sempre nel Regno Unito, secondo le autorità sanitarie britanniche, le trasmissioni sono concentrate, senza un legame causale individuato, nella comunità gay.

Quali sono i sintomi e gli effetti

In Italia, il primo caso è stato identificato all’Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma: si tratta di un giovane uomo di ritorno dalle isole Canarie, ricoverato in isolamento. In generale, la malattia spesso si esaurisce con sintomi che si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni, non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline di saliva ed i contatti stretti con lesioni cutanee infette o con lo scambio di liquidi corporei come nei rapporti sessuali. I sintomi (tra cui febbre, mal di testa, dolori muscolari e eruzioni cutanee) possono essere lievi o gravi.

Il serbatoio originario del virus, secondo l’Oms, è sconosciuto anche se è probabile che sia tra i roditori. Il contagio tra umani avviene per contatto fisico, in particolare con rapporti sessuali.

Le misure preventive

L’Istituto superiore di sanità ha costituito una task force di esperti, sottolineando che nel nostro Paese non si registra una situazione di allarme ed il quadro è sotto controllo, ma invitando alla prudenza nei rapporti stretti e sessuali. Secondo l’epidemiologo Gianni Rezza, inoltre, i focolai tendono comunque ad autolimitarsi grazie alle misure di distanziamento sociale tra i soggetti a rischio. In ogni caso, riguardo al soggetto infetto di Roma, sono state avviate tutte le misure di monitoraggio di amici e familiari entrati in contatto negli ultimi giorni.

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) – che sta elaborando per la prossima settimana un rapporto sulla valutazione del rischio – ha invitato le organizzazioni di salute pubblica ad adottare «misure per aumentare la consapevolezza sulla potenziale diffusione del vaiolo delle scimmie nelle comunità di individui che si identificano come MSM», ovvero uomini che fanno sesso con altri uomini, «o che hanno rapporti sessuali occasionali o che hanno più partner sessuali», esortando anche a valutare la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio con il vaccino antivaiolo, come sta già accadendo nel Regno Unito. L’Oms ha infatti ricordato che il vaccino antivaiolo è efficace anche contro il vaiolo delle scimmie: i più anziani sono dunque coperti ma non i più giovani dal momento che tale vaccinazione non è più praticata dai primi anni ’80.

Un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico antivirale (tecovirimat) sono stati approvati per il vaiolo delle scimmie, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, ma, avverte l’Oms, non sono ancora ampiamente disponibili.

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