Edili e professionisti in piazza: “Settore in ginocchio per il blocco della cessione dei crediti” (VIDEO)

La manifestazione in Piazza della Repubblica di questa mattina ha messo in luce tutta la preoccupazione di una categoria che sta rischiando il tracollo economico

Roma: edili e professionisti in piazza quest’oggi, 18 maggio, nella centralissima Piazza della Repubblica, per una manifestazione pubblica destinata a scuotere gli animi, tutti protestano in massa contro le decisioni governative che svantaggiano la categoria.

La manifestazione in Piazza della Repubblica di questa mattina ha messo in luce tutta la preoccupazione di una categoria che sta rischiando il tracollo economico

Molto appassionato l’intervento di Giancarlo Anelli, titolare dell’impresa edile avviata dal padre Gianni negli anni Sessanta, che esprime molti concetti chiave all’interno del video che vedete, in particolare ha detto Io di questo governo non mi fido più: ho da riscuotere tre milioni dalle banche, devo pagare i fornitori per oltre due milioni, i miei operai non riesco a pagarli da due settimane. Per colpa di un governo che cambia le regole in corsa sono a un passo dal fallimento”.

Proprio delle regole mutate in corsa hanno parlato Michel Fabrizio e Claudio Pescatore del direttivo nazionale di Partitalia, l’Associazione delle partite iva: “Il governo Draghi ha cambiato le regole in corso d’opera sulle cessioni dei crediti, in modo assurdo, creando incertezza per aziende e clienti, bloccando liquidità, impedendo ai cantieri di andare avanti, causando il potenziale licenziamento di centinaia di migliaia di lavoratori e mettendo a rischio 540.000 famiglie italiane”.

“Norme vessatorie – rincarano la dose Fabrizio e Pescatore – piccoli e medi imprenditori si ritrovano oggi con il cassetto fiscale pieno di crediti che non riescono a riscuotere e, contemporaneamente, con conti in rosso e gli istituti bancari che non concedono più finanziamenti perché nessuno sa quando potranno esigere quei crediti”.

La manifestazione è stata indetta da Class Action Nazionale per l’Edilizia (Cande), e al termine è stato fissato un incontro al Ministero dell’Economia e delle Finanze con il Sottosegretario Federico Freni e con esponenti di tutte le forze politiche.

Si richiede lo sblocco delle cessioni, in piazza il grido di dolore è univoco: “Senza liquidità si va verso il tracollo”.

Prima la manifestazione, poi tutti a Montecitorio con i  rappresentanti delle piccole e medie imprese edili sul piede di guerra per chiedere lo sblocco immediato delle cessioni dei crediti di imposta derivanti dagli sconti in fattura per lavori di ristrutturazione eseguiti grazie ai diversi bonus. Si tratta della terza protesta di massa nel giro di pochi mesi.

L’appello è servito per tentare di  salvare decine di migliaia di piccole realtà produttive che, dicono i rappresentanti delle piccole e medie imprese edili, rischiano di fallire pur avendo nei cassetti fiscali, milioni di crediti che però non riescono a monetizzare.

In conseguenza di questo le imprese fanno fatica a pagare le maestranze, i fornitori e persino a far fronte agli impegni con il fisco e gli enti previdenziali. La manifestazione è stata promossa dall’associazione Cande (Class action nazionale per l’edilizia) insieme alle associazioni di categoria (Faci, Partitalia, Le Partite Iva Italia, Atc, Csle ed Edil Con).

Grazie ai bonus (dal 110% al sismabonus, alle “facciate”) l‘edilizia ha avuto una sensibile ripresa, dopo i mesi drammatici del blocco a causa dell’emergenza pandemica da Covid.

Al momento sono attivi 4 milioni e mezzo di cantieri, per la maggior riguardanti la ristrutturazione di complessi condominiali.

“Noi siamo i primi a voler i controlli, che siano rigorosi- dicono i piccoli e medi imprenditori -. Chi ha sbagliato deve pagare ma una volta accertata la regolarità del credito i tempi di pagamento devono essere rapidi perché per chi fa impresa, soprattutto se è una realtà familiare, il tempo è una variabile importantissima”. Alla manifestazione erano presenti numerosi parlamentari, tra cui Alessio Villarosa.

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