“Non esistono cani pericolosi, ma razze di più difficile gestione”. Parliamo di questo e molto altro con l'educatore cinofilo Ettore Santoro.
“Non esistono cani pericolosi, ma razze di più difficile gestione”. Parliamo di questo e molto altro con l’educatore cinofilo Ettore Santoro.
Dal punto di vista scientifico non esiste alcuna dimostrazione che una razza di cane sia più aggressiva di un’altra. La situazione legislativa europea non appare uniforme in merito e in vari stati sono in vigore elenchi di razze classificate come pericolose.
L’Associazione nazionale medici veterinari italiani ha ribadito che l’emergenza non è la pericolosità dei cani ma la persistente mancanza di una corretta educazione al rapporto uomo-animale. Tuttavia esistono delle razze considerate di più difficile gestione, che non significa pericolose.
Ettore Santoro, educatore cinofilo e Operatore Dog Therapy Asd “Cane Docet”: “Ci sono delle razze molto più impegnative rispetto ad altre. Questo non significa che, come dire, questi cani vadano separati dalle nostre vite. Tutt’altro, è semplicemente che ci vuole maggiore consapevolezza.
Ci vogliono degli strumenti di cinofilia molto seri, molto concreti. Ci vuole anche la capacità di porsi in discussione e di fare un percorso educativo.
Il percorso educativo prima lo si inizia appena il cane è stato svezzato e meglio è perché quando il cane è così piccolo ha una capacità di assorbire concetti molto più rapida di quella che poi può avere superati i due anni”.
Nel rapporto con gli amici a quattro zampe possono verificarsi delle mancanze non volute da parte dell’uomo.
“Ci sono due bisogni primari importantissimi, centrali nella crescita, ma anche proprio nella vita del cane che sono l’attività fisica inclusa l’esperienza olfattiva, quindi quello proprio di poter andare in giro per strada, e la socializzazione.
I cani devono poter imparare a sapersi relazionare con l’altro. Sono due bisogni che vengono sottovalutati e troppo spesso ci si ritrova con dei cani che hanno delle difficoltà, delle risposte aggressive, eccessive. E’ come non mandare il proprio figlio a scuola.
Lo si può fare in tante forme, in un centro come questo, perché qui c’è l’asilo, c’è un educatore che ti può seguire, però c’è bisogno anche di sfidarsi un pochino, di dare fiducia al proprio cane. Lavoriamo per creare una vita sana ai nostri amici a quattro zampe, perché gli allunga la vita e gli migliora la vita”.
Il servizio video di Andrea Contorni.
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