Roma, scoperta moschea illegale all’interno di un palazzo: responsabili a processo

Nella moschea abusiva si cucinavano pasti, pernottavano minori e si radunano fino a 200 fedeli

Roma: fedeli musulmani si radunavano fino a 200 alla volta, pregando all’interno di un box di un palazzo del quartiere multietnico di Torpignattara, situato al civico 25 di via Gabrio Serbelloni.

Nella moschea abusiva si cucinavano pasti, pernottavano minori e si radunano fino a 200 fedeli

Si inginocchiavano a terra verso La Mecca, ma non solo: venivano preparati dei pasti, tutto senza le necessarie autorizzazioni, mettendo a rischio la sicurezza degli altri inquilini dell’edificio, in quanto non c’era neppure una uscita d’emergenza da cui fuggire in caso di incendio.

Sono due i cittadini del Bangladesh, accusati dei fatti in quanto individuati dalle forze dell’ordine come i responsabili del centro islamico “Masjid Rome and Madrasah”.

Sono stati menzionati dalla Procura di Roma per il reato di ”apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o intrattenimento” e per permesso l’alloggio a minori senza documenti, violando così l’articolo 109 del Testo unico in materia di pubblica sicurezza

I fatti risalgono al aprile 2019,  quando in una irruzione gli agenti del V gruppo della Polizia locale, trovarono a dormire nel box 12 minori, che pagavano ai due responsabili dai 50 ai 70 euro al mese per avere un luogo in cui dormire abusivamente.

Una vera scuola coranica, in un ampio locale da 220 metri quadrati, adibito a centro culturale islamico, viene tuttora utilizzato come moschea, come attesta la pagina facebook del centro, dove si vedono bambini stesi sui tappeti, in cerchio, ad analizzare i testi sacri, con tanto di orari di apertura.

Una situazione che resta tale da almeno 12 anni, ma adesso potrebbe avere un epilogo.

Adesso i due bengalesi, accusati di aver creato abusivamente questo centro di preghiera si presenteranno davanti al giudice monocratico della IV sezione penale del tribunale di Roma, il prossimo 21 settembre e saranno difesi dall’avvocato Mario Angelelli.

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