Gli urbanisti: “Assessore, la vera rivoluzione sarebbe che Roma si accorgesse di avere un lungomare”

L’associazione “Amici del Lungomare” ricorda all’assessore comunale le grandi potenzialità ignorate dell’affaccio di Roma sul Tirreno. Il concorso di idee di venti anni fa

lungomare Pontile drone

Venti anni dopo il Campidoglio si accorge che Ostia ha un lungomare e che è necessario valorizzarlo. Venti anni dopo un concorso di idee sulla riqualificazione urbanistica e architettonica dell’affaccio sul mare che richiamò decine di studi professionali tra i più qualificati a livello internazionale. Idee che rimasero lettera morta e delle quali, molto probabilmente, in Campidoglio se ne ignora persino l’esistenza.

L’associazione “Amici del Lungomare” ricorda all’assessore comunale le grandi potenzialità ignorate dell’affaccio di Roma sul Tirreno. Il concorso di idee di venti anni fa

A ricordare quella preziosissima fonte di progetti è oggi l’associazione Amici del Lungomare di Ostia in risposta alle dichiarazioni dell’assessore capitolino al Turismo e Grandi eventi, Alessandro Onorato, riguardo alla necessità di valorizzare con un grande progetto la riqualificazione dell’affaccio di Roma sulla spiaggia.

Onorato, in estrema sintesi, afferma che a Ostia serve una vera rivoluzione, un bando internazionale per il lungomare; ricorda che il mare di Ostia è il mare di Roma e sostiene che occorra comunicarlo in giro per le fiere turistiche nel mondo come quelle di Francoforte e Tokyo.

In realtà, fin dal 2004 esiste un documento che racchiude ben 42 proposte di valorizzazione del lungomare: si tratta del volume “La riqualificazione del lungomare di Roma”, frutto del relativo concorso internazionale di idee lanciato due anni prima dall’allora presidente del XIII Municipio, Davide Bordoni. Quel volume di 272 pagine raccoglie i progetti elaborati da 42 prestigiosi studi professionali, idee selezionate con la collaborazione della facoltà di Architettura di Valle Giulia e Citera (Centro interdisciplinare territorio, edilizia, restauro, ambiente).

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Il volume che racchiude i 42 elaborati del concorso internazionale di idee per la riqualificazione del lungomare di Ostia

Così, per ribadire l’esistenza di quel preziosissimo serbatoio di idee, la presidentessa dell’associazione “Amici del lungomare di Ostia”, architetto Maria Guarrera, ha preso la tastiera e ha scritto all’assessore Onorato la lettera aperta che pubblichiamo di seguito.

La lettera aperta

Pregiatissimo assessore Onorato,                                      

non potremmo essere più d’accordo con le sue dichiarazioni: a Ostia serve una vera rivoluzione; ma la vera rivoluzione sarebbe che Roma – l’Amministrazione centrale del Comune di Roma – si accorgesse della sua esistenza e delle sue potenzialità.

Non vogliamo avanzare pretese sui diritti d’autore; ma l’idea di un bando internazionale per la valorizzazione del Lungomare è già stata espressa e realizzata (l’Assessore dovrebbe ricordarsene. erano gli anni 2002/2004 e lui era già in politica).

Questa Associazione – che non a caso si chiama Amici del Lungomare di Roma – ispirò il Municipio a presentare alla Regione Lazio una proposta di Contratto di Quartiere imperniato sulla emissione di un Bando Internazionale “Concorso di idee per la riqualificazione del Lungomare di Roma” utilizzando il finanziamento regionale  acquisito con gara pubblica.

Notevole la partecipazione di grandi  Studi di Architettura Italiani ed Europei (42) ; una giuria internazionale di alto livello giudicò e premiò le migliori proposte, che poi furono anche esposte alla Biennale di Venezia.

Ma la cosa più entusiasmante – e inusuale – si verificò nel corso della preparazione al bando, per la significativa e numerosissima partecipazione dei cittadini di Ostia. Si potè toccare con mano l’enorme senso di appartenenza che ognuno dei partecipanti sentiva per questa parte della città; e la costante presenza di tantissimi entusiasti cittadini dette anche la misura del desiderio di partecipazione – e della qualità di tale partecipazione – che essi mettevano in campo. Si verificò insomma un evento purtroppo per noi oggi rarissimo: un vero evento politico: non partitico, non confessionale, non pilotato; semplicemente l’appropriarsi del diritto politico dei cittadini alla gestione del loro territorio.

Tutto questo è caduto nel vuoto. L’amministrazione Capitolina oppose un muro di gomma, una cortina di silenzio e di  disprezzo ……perché? Come può un Amministrazione che si definisce democratica ignorare proprio il cuore di un atto democratico come la partecipazione disinteressata e fattiva dei suoi cittadini?           

Nascono mille dubbi e mille sospetti: forse le soluzioni proposte secondo le direttive progettuali del bando erano troppo… poco costruite. L’intento infatti era quello di semplificare il traffico, aumentare la visibilità del mare, rendere attrattiva e bella tutta la fascia litoranea, migliorarne la funzionalità e così via…..ma nessun albergo, nessun centro commerciale, nessun casinò, nessuna fila di nuove palazzine …..insomma nulla di attrattivo per la speculazione.

Inutile dilungarsi su questo: il volume a suo tempo pubblicato è piuttosto chiaro e rende giustizia a quanto stiamo dicendo. Certamente, il tempo trascorso può in parte pesare sule soluzioni premiate, per quanto pregevoli. Ma qui non si tratta di rivendicare prelazioni. Qui si vuole prima di tutto ricordare che – se vogliamo essere espliciti – l’indifferenza capitolina d’ allora  non dovette essere estranea al fatto che – contemporaneamente alla elaborazione del bando internazionale veniva predisposto, quasi in camera caritatis nelle  stanze comunali un progettone mostruoso per la cementificazione selvaggia del lungomare che avrebbe potuto rendere felici tutti – ma proprio tutti – i principali palazzinari di Roma.           

Qui si deve sottolineare che la valorizzazione di questo settore della città è necessariamente una delicata operazione di salvaguardia dei suoi beni, delle sue ricchezze storico artistiche e ambientali; e che quindi l’ultimo pensiero di chi se ne voglia seriamente interessare deve essere quello di costruire ancora, e il penultimo quello di vendere quello che prima deve essere salvaguardato. E’ un iter complesso che deve seguire l’aureo precetto ‘l’eleganza sta nel togliere’ e che richiede esperienza, competenza, serietà e amore.

Pensiamo  prima a risolvere i problemi di viabilità che sembrano insolvibili. Pensiamo prima a evitare che il Parco Archeologico di Ostia Antica venga mortificato dalla costruzione di un Ponte mostruosamente alto e invasivo oltrechè inutile. Pensiamo prima alla manutenzione e alla protezione della pineta di Castel Fusano che viene continuamente minacciata da incendi e sporcizie. Pensiamo insomma prima a proteggere le vere ricchezze che abbiamo. Poi, l’assessore Onorato potrà dire a Francoforte e a Tokio che Roma ha il mare : e magari farglielo vedere, perché oggi non i può.

Associazione Amici del Lungomare di Roma

                                                                                   arch. Maria Guarrera”.

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