Un cuore in gabbia: a Fiumicino l’opera itinerante contro la violenza di genere

Fiumicino ospita per un mese l'istallazione "La violenza non è amore": resterà esposta davanti alla facciata di via Portuense

Fiumicino: un cuore rosso fiammante imprigionato in un’enorme gabbia è visibile da qualche giorno sulla facciata della sede comunale che dà su via Portuense. E’ l’opera “La violenza non è amore”, un’istallazione itinerante realizzata dall’artista Anna Izzo per lanciare un messaggio forte e chiaro contro la violenza di genere. L’inaugurazione che presenterà l’opera alla cittadinanza, si svolgerà mercoledì 4 maggio.

Fiumicino ospita per un mese l’istallazione “La violenza non è amore”: resterà esposta davanti alla facciata di via Portuense

L’opera d’arte contro la violenza di genere “La violenza non è amore”, che sta facendo il giro di tantissime città italiane dal mese di novembre del 2020, ha raggiunto la tappa della città di Fiumicino per restarvi per la durata di un mese. 

Partita da Torrita di Siena alla fine del 2020, l’istallazione ideata e realizzata dall’artista Anna Izzo, sta infatti attraversando il paese, per fermarsi mese dopo mese nei Comuni, talvolta negli spazi interni o anche all’esterno delle diverse sedi, proprio come sta avvenendo da qualche giorno a Fiumicino, dove sta già facendo parlare di sé di fronte alla facciata del palazzo comunale sulla via Portuense. 

All’iniziativa dell’opera itinerante Fiumicino ha subito aderito, credendo da sempre nella necessità di dare un forte e visibile messaggio contro la violenza e le discriminazioni, tanto che da maggio dello scorso anno i colori simbolo della lotta LGBT, sono diventati parte della segnaletica urbana, con Strisce Arcobaleno per attraversare la strada che partono dal marciapiede della strada che sta proprio di fronte all’ingresso del palazzo comunale.

Nella città Fiumicino, che ogni anno si tinge di rosso per manifestare contro la violenza sulle donne, e dove anche lo scorso novembre è stata organizzata un’intera settimana di iniziative sul tema, stavolta il rosso è quello di un cuore pulsante, che si trova chiuso in una gabbia gigantesca alta quattro metri. Un’opera d’arte che la critica Roberta Melasecca ha spiegato così al Magazine Pagma:

Un cuore d’acciaio rosso, simbolo di amore e vita, rinchiuso all’interno di una gabbia, primitivo strumento di tortura e morte, tra sbarre coperte di ruggine, trafitto e appeso ad un gancio – spiega Melasecca -. La scultura di Anna Izzo è un grido scomodo e stridente che si ode anche nel silenzio più assordante e da cui non è possibile distogliere lo sguardo. L’artista imprime segni dolorosi alla materia, la plasma conservandone la durezza e la resistenza, ne calibra le forme ampliandole a dimensioni innaturali, costringe alla rimozione di uno stereotipato processo di narrazione basato sull’inerzia, sull’indifferenza e su strategie di occultamento e minimizzazione della violenza. Genera, in tal modo, un inusuale luogo di riflessione sui meccanismi di scomposizione e ricostruzione delle identità, sempre in progressivo divenire e in continuo confronto/scontro nei ruoli e negli ambiti sociali ed economici”.

Un cuore in gabbia: a Fiumicino l'opera itinerante contro la violenza di genere 1
L’istallazione di Capri del 2020

Le istallazioni “La violenza non è amore” così come “La violenza è una gabbia”, presentata a Capri nel 2020 (nella foto in alto), sono gabbie emozionali comportamentali e relazionali, conclude Melasecca:

Con la sua evidente e inevitabile presenza, non più lo spazio di un istante nel quale riconsiderare le proprie relazioni ma una rivoluzione di pensieri ed azioni, una chiave di accesso a delle diverse politiche attive sul territorio”.

L’installazione lasciata per qualche giorno senza una spiegazione ma libera di essere notata e di stimolare un senso critico nei cittadini, verrà inaugurata alle 11.00 di mercoledì 4 maggio alla presenza del sindaco Esterino Montino, del vice sindaco Ezio Di Genesio Pagliuca e dell’Assessore alle attività produttive Annamaria Anselmi, accompagnata dall’approfondimento critico proprio della giornalista Roberta Melasecca.

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Fiumicino, strisce arcobaleno contro le discriminazioni LGBT