Roma, Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie. Il prefetto: "Nella città metropolitana di Roma una presenza plurima e diversificata"
Roma: si è svolta ieri pomeriggio, giovedì 28 aprile, la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, con l’audizione presso l’Aula del V piano di Palazzo San Macuto, del prefetto di Roma, Matteo Piantedosi.
Tra i problemi emersi e analizzati in Commissione, quello dell’usura e del narcotraffico di vaste dimensioni, ma anche il fenomeno dell’occupazione abusiva e del riciclaggio, già evidenziato in occasioni analoghe negli anni passati e che resta preoccupante.
La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, si è svolta ieri a Roma, con un’analisi della situazione della città di Roma e provincia fortemente infiltrate dalle mafie e della criminalità organizzata.
Preoccupante la situazione descritta dal prefetto Piantedosi, che ha rappresentato uno scenario nel quale imperversano il fenomeno dell’usura, purtroppo collegato giocoforza ai problemi soprattutto recenti di scarsa redditività delle piccole e medie imprese spesso in bilico tra la soluzione del “Prestito” illegale e la chiusura, ma anche quello dilagante del narcotraffico. (leggi qui).
Un focus è stato poi dedicato dal prefetto al fenomeno dell’occupazione abusiva anch’esso fonte di business illegale sempre più presente su tutto il territorio nazionale, e rafforzato anche in questo caso dalla crisi degli ultimi anni.
All’analisi particolareggiata del territorio si aggiungerà il lavoro delle commissioni d’accesso che stanno effettuando le verifiche di quanto è successo nelle amministrazioni di Anzio e Nettuno.
Una verifica preannunciata a febbraio di quest’anno e ne confronti della quale il sindaco di Anzio, Candido De Angelis non si dichiarò assolutamente contrario annunciando anche di essere pronto anche a relazionare di persona con il Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi i fatti che hanno portato la retata di 65 arresti chiusa dai carabinieri negli stessi giorni per sgominare le ‘ndrine che, secondo carabinieri e Dda di Roma, si stavano radicando su quel tratto del lungomare. (Leggi qui).
Più in generale per la Capitale e il territorio della provincia, dall’analisi svolta in Commissione è emerso che tanto c’è da fare per frenare la situazione della criminalità che dà continui segnali della sua esistenza purtroppo, anche nel settore produttivo, cartina tornasole sono ad esempio i continui cambi societari di tante attività.
“A gennaio 2020 si era già avuto modo di tratteggiare la specificità del contesto metropolitano di Roma e della Capitale – ha sottolineato Piantedosi – dove elementi strutturali anche di segno positivo connessi all’estensione territoriale e alla densità demografica o alla concentrazione di piccoli hub dei trasporti nazionali uniti alle criticità del servizi pubblici urbani delle difficoltà della gestione e manutenzione degli spazi pubblici, delineano un contesto urbano estremamente complesso difficile sul quale ha inciso profondamente il bisogno abitativo”.
Nell’analisi del prefetto, la premessa di un progressivo spostamento del confine tra centro e periferie, con processi di trasformazione e frammentazione urbana che hanno messo in discussione la categoria stessa di periferia a Roma ridefinendo gli elementi di attrattività, il valore di ciascuna zona in base alla dotazione e fruibilità degli assets strutturali ed economici.
“La situazione della città e di alcuni comuni della cinta immediatamente esterna a Roma, risulta estremamente confusa e disomogenea. A questa diseguaglianza territoriale corrisponde una profonda differenziazione sociale ed economica“.
Alla diseguaglianza territoriale sottolineata dal prefetto, l’università RomaTre del 2019 da una risposta in termini percentuali in uno studio nel quale emerge sia il dato costante che le aree centrali godono di un maggiore benessere rispetto alle periferie, ma anche che le zone dove le capacità di reddito sono maggiori sono invece immediatamente esterne al centro storico. Parliamo dell’Eur, dell’area da Prati al Foro Italico, ma anche delle zone Tuscolana, Tiburtina, Nomentana, mentre ll’esterno del Gra invece, in zone come Tor Cervara, Prima Porta, Porta Medaglia, Ponte Galeria si conferma una situazione rilevata prevalentemente di disagio.
Con dati ancora più recenti poi, a quest’analisi si aggiunge il Covid come aggravante, che ha portato ad un calo del fatturato totale per circa il 70% delle imprese e con settori più colpiti quali ad esempio l’alberghiero, a ristorazione e il commercio.
“La mafia che insiste nella città metropolitana di Roma – ha infine dichiarato Piantedosi – mantiene una presenza plurima e diversificata a carattere non monopolistico. Non c’è un solo soggetto in posizione di forza e preminenza rispetto agli altri ma sullo stesso territorio coesistono e interagiscono diverse entità criminali che accumunate dal medesimo illecito interesse utilitaristico si riconoscono e si rispettano reciprocamente“.
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