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Roma, turista fa il bagno in pieno giorno nella Fontana del Tritone (VIDEO)

Teatro dell'improvvisato bagno è questa volta la celebre fontana del Tritone in Piazza Barberini, in piena luce e  a torso completamente nudo un uomo si è dedicato in tranquillità alle sue abluzioni

Roma, con i primi caldi comincia a diventare una moda quella dei turisti di lanciarsi in avventurosi bagni ed abluzioni scegliendo come teatro le fontane più celebri del centro storico della Capitale.

Teatro dell’improvvisato bagno è questa volta la celebre fontana del Tritone in Piazza Barberini, in piena luce e  a torso completamente nudo un uomo si è dedicato in tranquillità alle sue abluzioni

Dopo l’episodio che vi avevamo documentato ieri con un improvvido uomo dal variopinto zainetto che vagava perso nella notte a Piazza Navona completamente immerso nella fontana del Nettuno (leggi qui), nella giornata del 24 aprile è stato il turno di un altro “nuotatore” che ha scelto di gettarsi a torso nudo all’interno della non meno celeberrima fontana del Tritone, in piazza Barberini, altro salotto lussuosissimo della città Eterna. Per non tacere dell’episodio ancora precedente in cui una donna si è denudata a Testaccio (leggi qui).

Anche in questo caso smartphone in mano e video girato dall’internauta di turno al profilo instagram di Welcome to Favelas che ci dà notizia di un episodio simile, in questo caso l’uomo è ancora più dentro l’acqua completamente rilassato mentre la folla lo guarda incredulo e lui procede nelle sue pulizie corporali incurante del mondo intero. Lascia perplesso il fatto che questi episodi si ripetano con preoccupante frequenza senza che le forze dell’ordine li impediscano sul nascere ed evidentemente multe e sanzioni sono ancora troppo blande per sortire effetti. Ma tant’è, un’altra gemma del patrimonio artistico della capitale è stata usata come piscina personale da qualche incivile.

Tra i commenti più pittoreschi sotto al post c’è quello dell’utente Manu che dice: “All’estero ti arrestano, qui ti danno anche l’asciugamano”, giacomo va invece pesante e dice “Quattro sverzellate con la cinta sulla schiena e vedi come va via”. Francesco dice: “Chi fa questi video è stupido, io andrei là a prenderlo a calci per levarlo dalla fontana, ogni monumento di Roma è prezioso e va tutelato da noi cittadini”.

La fontana del Tritone si trova a Roma in piazza Barberini. È opera di Gian Lorenzo Bernini, a cui fu commissionata dal papa Urbano VIII Barberini, nell’ambito dei lavori complessivi di sistemazione del palazzo che il pontefice si era fatto costruire nel 1625 e della piazza su cui questo si affacciava.

La realizzazione, nel 1610, del nuovo acquedotto dell’Acqua Paola non aveva fatto passare in secondo piano i due eretti qualche anno prima (l’Acqua Vergine nel 1570 e l’Acqua Felice nel 1587), e la possibilità di erigere altre fontane sulle loro diramazioni che intanto venivano costruite per una distribuzione idrica più capillare sull’intera città. Approfittando del fatto che un ramo secondario dell’Acqua Felice era stato fatto passare nelle immediate vicinanze, nel 1642 il pontefice pensò di sfruttarlo per una fontana che, oltre al decoro della piazza antistante il suo palazzo, servisse anche di pubblica utilità.

La realizzazione del «pubblico ornamento della città» venne affidata a Gian Lorenzo Bernini, l’artista preferito dalla corte pontificia di Urbano VIII; il Bernini così disegnò nel 1642-43 per piazza Barberini una delle sue fontane di maggior successo, la fontana del Tritone. Quest’ultima contribuì a restituire decoro alla zona, precedentemente adibita alla coltivazione della vigna, essendo collocata ai margini della direttrice della Strada Felice; in questo modo, l’area iniziò a essere animata da una vita culturale assai vivace, tanto che sin da allora piazza Barberini (con la sua «fontana del Tritone sonante», come iniziò a divenire nota per via del sibilo emesso dallo zampillo) divenne il ritrovo preferito di molti artisti in visita a Roma

Le colonnine e le inferriate che circondano la fontana, creando una stretta zona di rispetto, risalgono al XIX secolo, quando la piazza iniziava ad essere soggetta ad un intenso traffico veicolare. Tra l’Ottocento e i primi decenni del Novecento, infatti, venne stravolto l’assetto urbanistico della zona, portando alla costruzione di diversi complessi edilizi a più piani che spezzarono bruscamente l’equilibrio instauratosi tra gli edifici seicenteschi, il Tritone e palazzo Barberini.[2]

La fontana, in ogni caso, è stata sottoposta a diversi interventi di conservazione e restauro, gli ultimi dei quali risalenti al 1987-1988, seguiti da quello del 1990, poi nel 1991-1992 e nel 1998. Particolarmente curioso l’effetto del restauro del 1932: dopo aver tolto i circa 12 cm di incrostazioni che il tempo aveva depositato sulla fontana, questa apparve talmente diversa da com’era prima dell’intervento che fu scatenata una campagna di stampa in favore del ripristino della fontana originale che, si sosteneva, doveva essere stata sostituita con una copia.[3]

Il restauro più recente, concluso nel novembre 2013, prevedeva nel dettaglio la disinfezione della superficie e la rimozione delle particelle biologiche e calcaree. L’intervento ha eliminato gran parte delle macchie e del muschio, riportando il travertino alla sua coloritura originale. La totale abrasione dei segni del tempo sul travertino ha generato polemiche sulla correttezza metodologica dell’intervento.

La fontana del Tritone, interamente scolpita in travertino, è composta da una vasca di esigua altezza collocata al livello del suolo, sopra la quale sono posti quattro delfini dalla bocca aperta che emergono elegantemente dallo specchio d’acqua. Questi ultimi, volgendo le proprie code e intrecciandole, reggono una grande conchiglia bivalve aperta, al centro della quale si erge imponente il dio marino Tritone. Il Tritone, con un tronco possente ed eretto e le gambe coperte di squame, reclina la testa all’indietro nell’atto di soffiare in una grossa conchiglia a forma di cono possentemente retta con le braccia; a differenza dei tritoni tradizionali, in genere raffigurati con connotati mostruosi, la statua berniniana ha un aspetto più umano. In ogni caso, dalla buccina (o conchiglia tortile) retta da Tritone fuoriesce un copioso flusso d’acqua che, sgocciolando dalle scanalature della conchiglia, irrora ed assorbe tutta l’opera e si raccoglie infine nella piscina sottostante. Tra le code dei delfini sono intrecciati due stemmi papali con le tre api, simbolo araldico della famiglia Barberini.

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