Litorale Nord

La mancata strage di Ladispoli: escluso il tradimento: era una ossessione

Il mancato uxoricida aveva una ossessione: pensava che la moglie potesse averlo tradito: non era vero

Era inseguito da una ossessione Fabrizio Angeloni, il 48enne progettista meccanico presso l’istituto nazionale di fisica nucleare, che giovedì 21 aprile, a Ladispoli ha accoltellato la moglie, Silvia Antoniozzi, ancora in fin di vita, e la figlia diciassettenne, prima di procurarsi delle lesioni con lo stesso coltello usato per cercare di sterminare la sua famiglia. Pensava che l’ex compagna l’avesse tradito.

Il mancato uxoricida aveva una ossessione: pensava che la moglie potesse averlo tradito: non era vero

Una circostanza inutile ai fine dell’indagine, ma che comunque è stata esclusa. Gli investigatori non hanno trovato sullo smartphone, sulle chat, sui social della donna alcun contatto di tradimento, nonostante fosse ormai separata da mesi dal marito.

Il movente dell’aggressione potrebbe essere stato scatenato quindi solo a parole dalla gelosia – come l’uomo aveva lamentato con conoscenti – ma di fatto era alimentato solo dalla spinta del possesso e del desiderio di assoggettare la moglie che aveva scelto di mettere fine al matrimonio, a questo punto, probabilmente per l’aggressività latente di lui e la sua ossessione dettata da una gelosia infondata.

Un uomo all’apparenza tranquillo appassionato d’arte e delle serate all’Opera, alternate a quelle della stadio per l’amata Lazio, che festeggiava la festa del papà (“Buona festa del Papà…semplicemente sempre!!!“) e augurava la pace in Ucraina (“Speriamo che sia pace sempre“).

Ieri il mandato di arresto con l’accusa di duplice tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dal legame con le vittime è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari di Civitavecchia, in base agli elementi raccolti da carabinieri e procura. Il mancato assassino, ricoverato al Gemelli, anche se ancora intubato, ma fuori pericolo, è piantonato e guardato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria.

Restano gravi ma stazionarie le condizioni della moglie assistita al San Camillo attinta da tre colpi di coltello all’addome, mentre la figlia, ricoverata al Bambin Gesù di Palidoro, è ormai fuori pericolo. (Leggi qui)

La ragazza era rimasta ferita, probabilmente, nel tentativo di fare da scudo alla madre.

Quando è scappata alla furia del padre ha chiesto aiuto ai vicini: Aiuto, papà ci vuole uccidere. Salvate mia madre, mio padre no”.

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.