Lavoro in nero a Fontana di Trevi e carenze igieniche al fast food: ristoranti multati

Carenze igieniche nei ristoranti del centro e lavoro in nero a Fontana di Trevi: 18mila euro di multe e rischio di sospensione attività

Roma: prosegue il fenomeno del lavoro non in regola nelle attività di ristorazione della Capitale. Stavolta sotto il controllo attento dei Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia, e dell’Ispettorato del Lavoro, è finito un ristorante di alto livello nei pressi di Fontana di Trevi.

Carenze igieniche nei ristoranti del centro e lavoro in nero a Fontana di Trevi: 18mila euro di multe e rischio di sospensione attività

Nel pomeriggio di ieri mentre i turisti stavano riempendo i locali del centro cittadino, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia, con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Roma, hanno effettuato una serie di controlli agli esercizi commerciali del centro storico, con particolare attenzione alle attività di ristorazione che circondano la frequentatissima zona di Fontana di Trevi nel rione omonimo.

Proprio lì, a due passi dalla celebre fontana di Nicola Salvi, i Carabinieri e il NIL hanno sanzionato il responsabile di un ristorante italiano di alto livello dove sono stati trovati in servizio ma senza regolare contratto di lavoro ben quattro su sei camerieri presenti.

Per la grave mancanza I Carabinieri hanno elevato al gestore una multa salata di quasi 17mila euro ma per l’uomo è scattata anche l’altra severa disposizione di sospensione dell’attività commerciale, se entro la mattina di oggi non avesse provveduto alla regolarizzazione dei suoi impiegati.

Multa per mancanza di igiene in un fast food della Stazione Termini

Guai e multe salate stamattina anche per il gestore di un fast food (non appartenente a nessuno dei noti brand di questo tipo di ristorazione), dopo una serie di controlli dei Carabinieri con a supporto i NAS effettuati nelle attività commerciali di somministrazione alimenti e bevande al piano terra della Stazione Termini.

L’uomo lavorava preparando gli alimenti a pronto consumo ed asporto, in precarie condizioni igienico sanitarie, che una volta rilevate nella piccola attività di somministrazione hanno portato i militari e i NAS ad elevare nei suoi confronti una multa di circa 1000 euro.

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