Arrestato il marito di Genoveva: era stata ammazzata di botte

Genoveva, 33 anni, aveva raccontato di essere stata pestata da sconosciuti, poi è morta: a distanza di un anno il marito è stato arrestato ma solo per maltrattamenti

maltrattamenti
L'arresto per maltrattamenti

L’estate del 2020 aveva raccontato di essere stata investita da un’auto. I primi di gennaio del 2021, in pronto soccorso, aveva detto che era stata picchiata e violentata da sconosciuti per strada. Genoveva poi è morta. Dall’ospedale è uscita in bara. Romena, badante, poco più di trent’anni, era stata la prima vittima di femminicidio del 2021 a Roma, anche se non ufficialmente. E così probabilmente resterà: una vittima di violenze, fuori catalogo.

Genoveva, 33 anni, aveva raccontato di essere stata pestata da sconosciuti, poi è morta: a distanza di un anno il marito è stato arrestato ma solo per maltrattamenti

Aveva l’addome spappolato, ma per paura fino alla fine non aveva voluto accusare il marito. Oggi per l’uomo a distanza di oltre un anno è scattato l’arresto, non però per la morte della moglie, ma per tutti i maltrattamenti a cui l’aveva sottoposta a casa tra botte e privazioni, compreso quello di vedersi spedita la figlia di 8 anni dai nonni in Romania per poter lavorare tutto il giorno come badante e portare i soldi a casa.

Si è scoperto poi che Genoveva, è deceduta a 33 anni “per epatite fulminante successiva a trauma e sindrome epato renale”. Morta – riporta ora una nota della procura senza far alcun riferimento all’identità della vittima, neanche il nome – in un ospedale romano nel gennaio del 2021 dove era arrivata presentando un quadro clinico talmente disperato (per lesioni ed ecchimosi diffuse) da rendere inutile ogni sforzo dei medici.

Il marito, un rumeno di 38 anni, è stato arrestato dai poliziotti della IV sezione della Squadra mobile che hanno eseguito un’ordinanza cautelare in carcere, a Frosinone, emessa dal gip di Roma su richiesta del procuratore aggiunto Michele Prestipino che contesta all’uomo i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e sottrazione e trattenimento di minore all’estero. Non, almeno per ora, di morte come conseguenza di altro reato.

Un’indagine complessa, quella della polizia. Sul conto della donna risultavano diversi accessi in pronto soccorso con prognosi anche di più giorni, spesso motivati da incidenti domestici, investimenti stradali, cui seguivano reiterati interventi delle forze dell’ordine che nel tempo cercavano di capire cosa stesse accadendo in quella famiglia e le ragioni delle  ritrattazioni della donna.

Una ragione, in realtà scontata, anche se andava provata con la sua collaborazione: Genoveva temeva per la sua vita ma soprattutto per quella della figlia.

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