Roma, caos al cimitero di Prima Porta: deposito saturo e lunghe attese per le cremazioni

Attese fino a 25 giorni o la "possibilità" di pagare 218 euro per far cremare il proprio caro in un'altra città fuori Roma

Roma: un vero caos si è sviluppato presso il cimitero di Prima Porta. Il deposito è saturo e ci sono lunghe, lunghissime attese per svolgere le cremazioni dei defunti, si arriva fino a 25 giorni.

Attese fino a 25 giorni o la “possibilità” di pagare 218 euro per far cremare il proprio caro in un’altra città fuori Roma

Le liste di attesa infinite per le cremazioni, problema mai risolto, si ripresenta più forte di prima anche sotto la Giunta Gualtieri. Nonostante sia cambiata la società che gestisce l’impianto crematorio del cimitero Flaminio e non ci sia più il picco di decessi determinato dalla pandemia da coronavirus il problema resta forte.

Il problema è che a oggi si sono guastati ben 5 forni sui 6 disponibili a Prima Porta e oltretutto le salme devono ad oggi fare anche uno step in più, un passaggio intermedio che allunga i tempi, passando presso il cimitero del Verano. Questo perché le camere mortuarie del cimitero Flaminio sono già tutte piene.

In una fredda mail è stata comunicata la situazione da Ama Cimiteri Capitolini: “Le salme destinate per cremazione vanno portate al cimitero del Verano dove saranno accolte fino a diversa indicazione. Successivamente verrà comunicata data e orario per il trasporto utile a completare le operazioni”.

Federcofit, la federazione del settore funerario italiano ha rilanciato l’allarme commentando: “Questa emergenza era stata annunciata, appena un anno dopo il verificarsi dei medesimi problemi con centinaia di salme in giacenza”.

“Siamo davvero meravigliati che Vitaliano De Salazar, direttore dei Servizi Funebri di Ama, durante il recente incontro avuto, non abbia accennato a queste ultime disposizioni che erano evidentemente però già stata decisa dalla amministrazione” ha detto Marco Aquilini, presidente di Federcofit. “La comunicazione del deposito temporaneo delle bare al Verano è dunque un fulmine a ciel sereno, obbligando le famiglie già in sofferenza a dover provvedere ad un successivo trasferimento delle salme a Prima Porta”.

Si difende la municipalizzata, smentendo questa versione “Non ci sarà assolutamente nessun aggravio per le famiglie dei cittadini e la direzione sta già attivandosi per risolvere questo problema tecnico,  è una misura temporanea quella di appoggiarsi presso il cimitero monumentale del Verano. Contiamo di ripristinare il corretto funzionamento delle operazioni già entro questa settimana”.

Ma non finisce qui, dato che con la fine il 1 aprile dello stato di emergenza è stata aumentata, riportandola ai livelli pre pandemia la tariffa Ama per far cremare le salme fuori Roma, 218 euro. Quindi i cittadini o aspettano 20-25 giorni o pagano oltre 200 euro per far cremare il proprio caro in un’altra città”.

Resta un mistero come sia possibile questo grave disservizio dato che il nuovo bando per l’affidamento del forno crematorio a Prima Porta era stato fatto a maggio scorso per 36 mesi, aumentando il numero delle cremazioni giornaliere garantite ed inserendo dei bonus premio per le cremazioni eccedenti le 60 cremature giornaliere, portandole fino a 75 nei giorni lavorativi, oltre che per quelle eseguite oltre l’orario diurno.

Infine a questo scopo il direttore del dipartimento ambientale del Comune, Nicola de Bernardini, il 2 dicembre 2020 aveva affidato ad Ama il ruolo di stazione appaltante per il servizio di ampliamento del forno crematorio Flaminio impegnando fondi per un totale di oltre 73 mila euro.

Il retroscena

Da fonti interne viene rivelato che le difficoltà sarebbero riconducibili al ritardo delle autorizzazioni alle cremazioni in ragione della cessazione delle prestazioni da parte degli impiegati assunti a tempo determinato ed avevano lavorato tutto il pregresso. Nei primi giorni di gennaio le cremazioni venivano effettuate quasi in tempo reale, con massimo 2/3 giorni d’attesa. A fine gennaio, scaduto il loro contratto di lavoro, gli impiegati sono stati sostituiti da altro personale da formare con allungamento dei tempi d’attesa per le autorizzazioni alla cremazione.

Le contromisure dell’Ama

Dopo la pubblicazione dell’articolo e la pubblica denuncia della Federcofit, l’Ama (azienda partecipata capitolina che gestisce i servizi cimiteriali) ha reso noto che “Già da questo fine settimana riprenderà regolarmente l’accoglienza delle salme prima della cremazione presso il cimitero Flaminio – Prima Porta“. “L’impianto crematorio del Flaminio – prosegue in una nota Ama – funziona attualmente su 4 linee (e non 1 come riferito da organi di stampa). Sono, infatti, in corso i necessari e programmati lavori di manutenzione (da fine febbraio a luglio) che interessano di volta in volta una singola linea. Ama-Cimiteri Capitolini, in stretto raccordo con l’amministrazione di Roma Capitale, sta profondendo il massimo sforzo, con l’attivazione di turni supplementari e festivi sulle 4 linee attive. L’obiettivo è quello di garantire, già da questa settimana, oltre 300 cremazioni”.

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