Ne abbiamo parlato con il prof. Fabrizio Pregliasco, virologo, e con il dott. Alberto Chiriatti, vice-segretario FIMMG
Il Covid continua a mutare, e le contagiosissime Omicron 1 e Omicron 2 stanno per essere surclassate da una versione ancora più infettiva: si chiama XE la nuova variante del Covid, con cui ci troveremo a breve a fare i conti.
Scoperta nel regno unito, si sta già diffondendo velocemente: da un contagiato, infatti, è in grado di trasmettersi ad altre 15 persone. I sintomi peculiari della XE, spiegano i ricercatori, sono forte stanchezza, fiato corto, malessere intestinale.
Ma c’è una buona notizia: per i vaccinati non comporta sintomi gravi. Il virus, afferma ai nostri microfoni il virologo Fabrizio Pregliasco, va verso una evoluzione meno violenta delle sue caratteristiche.
Il professore di virologia e direttore Irccs Galeazzi di Milano, Prof. Fabrizio Pregliasco: “Questo virus ci riserva sorprese giorno dopo giorno. Questa variante è un mix tra Omicron 1 e 2: contiene delle mutazione nella parte dello Spike. Per ora si può dire che gli elementi caratterizzanti sono la maggiore contagiosità rispetto ad Omicron ed anche rispetto a morbillo e varicella. Il virus rimarrà con noi, ma diventerà uno dei tanti coronavirus dell’inverno”.
Intanto i contagi nel Lazio aumentano di giorno in giorno. Tra i vaccinati, però, non si registrano casi gravi.
Vice segretario Fimmg (federazione italiana medici medicina generale), Dott. Alberto Chiriatti: “E’ qualche mese che abbiamo un aumento sistematico delle infezioni. Il 31 marzo è finita l’emergenza, ma non è finito il virus che ha continuato a mietere infezioni. La variante XE è ancora più infettante, ma non sembra molto grave. Noi ci aspettiamo un altissimo numero di casi”.
«Il ricombinante Xe è stato rilevato per la prima volta nel Regno Unito il 19 gennaio e al 29 marzo sono state segnalate e confermate circa 600 sequenze». Se «prime stime suggeriscono che Xe ha un vantaggio di trasmissione del 10% rispetto a BA.2», la cosiddetta Omicron 2, «questo dato richiede un’ulteriore conferma». Lo ripete l’Organizzazione mondiale della sanità nel suo ultimo report settimanale sull’andamento di Covid-19 a livello globale, in merito alla ‘variante mix’ di Omicron 1 e 2. Tecnicamente non una variante a sé, considerato che per ora, finché non emergeranno differenze significative nella contagiosità e nelle patogenicità del mutante, «il ricombinante Xe – ribadisce l’Oms – viene monitorato come parte della variante Omicron».
Interviste video di Siria Guerrieri.
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