Roma, arrivano i “cacciatori di multe” per conto del Comune

Una nuova società privata si occuperà di seguire in tempo reale i vari procedimenti amministrativi

Roma: il comune assolda i “cacciatori di multe”, dopo averlo fatto similmente con i “cercatori di buche” (leggi qui) una società privata si incaricherà infatti da oggi di mettere il “fiato sul collo”, per mezzo di un sofisticato sistema informatizzato, a chi ancora non ha pagato.

Una nuova società privata si occuperà di seguire in tempo reale i vari procedimenti amministrativi

La società in questione è la Celda Pa srl, che si è aggiudicata un appalto da 3,7 milioni di Euro per costituire una vera e propria task force che si occuperà di recuperare le migliaia di contravvenzioni non pagate che vengono a mancare ogni anno al bilancio di Roma Capitale.

Un servizio, quello offerto dalla ditta privata, che si occupa nel dettaglio di data entry” e di supporto nel seguire il procedimento corretto delle sanzioni irrogate per il mancato rispetto del codice della strada da molti cittadini.

Verrà seguito da Celda anche il percorso dei vari ricorsi fatti davanti al prefetto o al giudice di Pace. Il tutto praticamente in tempo reale.

Tutto questo proprio per ridurre al minimo il frequente fenomeno della prescrizione delle multe e delle lungaggini della burocrazia che tanti danni stanno arrecando al Comune di Roma a livello di introiti in meno, magari per semplici ritardi della notifica o lentezza della burocrazia amministrativa.

In base ai dati del 2019 infatti, quelli pre-Covid 19, venne gestite dal Comune un volume di 423 milioni di euro di sanzioni comminate per mancato rispetto delle norme stradali, ma di questi, solo il 23% del totale sono finiti incassati da Roma.

Ma non solo multe stradali sotto la lente di ingrandimento dei nuovi 007 comunali.

Verrà posta l’attenzione anche alla riscossione ed agli accertamenti relativi alla tassa di soggiorno nelle strutture ricettive come alberghi e bed and breakfast, al mancato rispetto delle ordinanze comunali – come quella anti-alcolici– e a tutto ciò che concerne le leggi sul commercio.

Una voragine di mancati incassi da circa 8 miliardi nel corso di anni per crediti non incassati, in gergo tecnico definiti con il termine di “residui attivi”, persi per strada nel dedalo di ritardi, ricorsi e lungaggini varie.

Di questi 8 miliardi mancanti, ben 1,6 sono ascrivibili alle multe non incassate, e il resto relativo al mancato pagamento della Tari, la Tassa sui rifiuti e a tasse non pagate, prime fra tutte l’Ici e l’Imu.

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Comune di Roma, 10 milioni di euro a una società per dare la caccia alle buche