Il funzionario di Atac avrebbe favorito un'azienda con l'assegnazione di 10 appalti, valore quasi 700 mila euro
Avrebbe preso regali, incarichi e bustarelle per favorire con l’assegnazione diretta di appalti una società “amica”, a giudizio con la doppia accusa di corruzione e turbativa d’asta un ex direttore dell’ufficio gestione qualità ambiente di Atac. Dieci gli appalti per un valore complessivo di quasi 700 mila euro finiti nel mirino di piazzale Clodio.
Con il funzionario Atac sarà processato, con le stesse accuse, anche un manager della società favorita in cambio di tangenti. Un terzo imputato, gestore di un’altra società, invece dovrà rispondere solo di una ulteriore turbativa d’asta.
I fatti risalgono agli anni tra il 2008 e il 2014 ed erano emersi dopo un esposto depositato in procura da una ex compagna dell’imprenditore che avrebbe pagato per ottenere l’assegnazione di lavori senza concorrenti. L’Atac si è costituita parte civile.
Gli appalti al centro dell’inchiesta riguardavano la gestione delle rimesse e dei siti della municipalizzata. In un caso, secondo la ricostruzione del pm Gennaro Varone, sarebbe stata pagata una tangente per assegnare la messa in sicurezza tramite incapsulamento dei bus andati a fuoco. In ballo c’era pure il bando per l’attività di messa in sicurezza d’emergenza per la rimessa al Portonaccio.
Un quarto imputato, un geometra dipendente di Atac, accusato di corruzione e di una turbativa d’asta, assistito dall’avvocato Franco Moretti, è stato assolto con formula piena con il rito abbreviato.
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