L’annuncio del finanziamento delle demolizioni delle casupole dell’Idroscalo e della costruzione di palazzine per 125 famiglie irrita la Comunità
Non ci stanno i residenti dell’Idroscalo, la zona che un premiato docufilm ha definito “Punta Sacra”. Dopo le rivelazioni di canaledieci.it circa lo stanziamento di fondi da parte del Campidoglio per avviare le demolizioni e del Cipe per la costruzione di 125 alloggi dove trasferire quei residenti, la Comunità dell’Idroscalo annuncia battaglia.
Il nostro giornale (leggi qui) è stato l’unico a entrare in possesso di un documento approvato dalla Giunta comunale nel quale si definiscono gli aspetti economici e progettuali per la demolizione delle casupole dell’Idroscalo ed il trasferimento dei residenti in due palazzine da realizzare, a spese del Cipe, in via dell’Acqua Rossa, all’angolo con via della Martinica.
L’atti amministrativo ha irritato non poco la Comunità dell’Idroscalo che accusa l’amministrazione municipale di ignavia e di mancato rispetto degli accordi assunti poco più di due settimane prima nel corso di un Consiglio straordinario convocato proprio per fare il punto sulla situazione.
Pubblichiamo la nota diffusa da Franca Vannini, portavoce della Comunità dell’Idroscalo, come documento di discussione, specificando che le sue posizioni non rappresentano quelle della Redazione che, per dovere di cronaca, si pone al servizio del dibattito in atto. Ovviamente, prendiamo le distanze anche da accuse rivolte ai singoli amministratori e ci dichiariamo pronti ad accogliere le loro eventuali repliche.
Dopo il consiglio straordinario municipale dello scorso 10 febbraio avevamo deciso di non rilasciare commenti, evitando prematuri entusiasmi. A distanza di neanche un mese capiamo di aver fatto la scelta giusta.
Veniamo infatti a sapere, sempre e solo tramite la stampa e senza che nessuno si sia minimamente degnato di avvisarci, che a differenza di quello che ci era stato assicurato dal Presidente Falconi, e in particolar modo dall’assessore Sesa in quella sede, che la Giunta Capitolina il 28 febbraio ha invece approvato il progetto per demolire le nostre case. Il tutto sottolineando che sono “abusive ” e che le nuove colate di cemento sono destinate proprio al dislocamento degli abitanti dell’Idroscalo.
Durante il consiglio, ci avevano invece detto di non preoccuparci, perché quelle costruzioni non ci avrebbero riguardato in alcun modo, confermandoci che i colloqui con gli assessori capitolini Zevi e Veloccia erano in stadio molto avanzato. Il presidente del Municipio ha anche precisato più volte che come condizione non voleva che si rivangasse più il passato.
Ad accogliere favorevolmente questa proposta è stato proprio l’ingegnere Andrea Schiavone che con Labur dal 2010 segue molto da vicino le vicende dell’idroscalo e che, se solo volesse, potrebbe scrivere un’ enciclopedia intera sulla vera storia oscurata del litorale. Il presidente Falconi lo ha quindi invitato ad un incontro insieme all’antropologo Stefano Portelli che studia e lavora da anni con la nostra comunità.
Nulla ci è stato più riferito da allora. Nessuno tra i tanti sbandieratori della partecipazione si è mai più preso la briga di informare noi abitanti di quello che la Giunta Capitolina stava invece approvando sulle nostre teste, dimostrando come sempre, totale scollamento tra le loro parole e le loro azioni.
Dal Municipio ora ci ripetono di continuare a fidarci, ma come possiamo farlo dal momento che ancora una volta non conoscevano nemmeno il contenuto del testo approvato in Campidoglio? Anche a Natale i consiglieri ci confermavano addirittura di non aver mai letto la pagina con i fondi accantonati a tale scopo, nella bozza di bilancio che avevano appena approvato.
Ma ci rendiamo conto?
Con la Befana ci è arrivato addosso tutto il carbone, per Carnevale altre bugie e chiacchiere fritte, ma per Pasqua non siamo più disposti ad aspettare di essere serviti come agnello sacrificale. Come possiamo affidarci a chi come maggioranza scorda quale siano i propri compiti istituzionali, ma disastro dopo disastro calato dall’alto, pensano di confortarci dicendo che se le cose non vanno come vogliamo vengono a fare le marcette con noi ?
No grazie. Bastano e avanzano le tristi pagliacciate sulle spiagge.
Quando abbiamo chiesto spiegazioni in Campidoglio, siamo stati addirittura redarguiti telefonicamente da un assessore Capitolino che ci ha avvisato che se lo avessimo attaccato pubblicamente non ci sarebbe convenuto. Un sorta di avvertimento a dir poco inaccettabile, che in realtà avevamo già ricevuto anche da un’ alta carica del Municipio durante l’ incontro precedente. In nome di una Costituzione resa straccio proprio da chi dovrebbero difenderla, ricordiamo a tutti coloro che ricoprono un ruolo istituzionale in questa maggioranza, che è diritto di tutti i cittadini protestare e manifestare liberamente il proprio pensiero . È semmai un loro dovere ascoltare le ragioni degli ultimi, incluso il nostro dissenso e non solo avere fretta di soddisfare le esigenze dei palazzinari per i quali la giunta “ecologista” del nostro stivale, si è precipitata come sempre ad approvare nuove colate di cemento. Tutto questo pur di non far perdere fondi utili agli speculatori di sempre, invece di usarli per riqualificare i tanti manufatti preesistenti .
C’ è una delibera disattesa, da 11 anni che impone al sindaco di mettere in sicurezza l’abitato dell’idroscalo. Chi lo pagherà il danno erariale che si sta profilando, se verranno gettati al vento i milioni di euro già spesi per la scogliera eretta e manutenuta a protezione delle case che la giunta Capitolina ora vuole abbattere? L’ultimo consiglio municipale ha votato praticamente all’ unanimità l’istituzione di tavoli per lavorare sulla riqualificazione dell’idroscalo. I soli astenuti sono stati proprio coloro che hanno detto che ci stavano solo prendendo in giro. Cosa dovremmo pensare oggi che un documento smentisce nero su bianco tutto quello che ci è stato promesso , dandoci come inaccettabile contentino l’istituzione di tavoli per decidere in realtà le modalità con le quali demolire le nostre case e deportarci ? Come se non bastasse, in un’ area che ha lo stesso rischio idrogeologico di quella dove ci troviamo ora.
Non permetteremo a nessuno di zittirci mentre le istituzioni continuano a giocare a Monopoli con i soldi pubblici usando le nostre vite come pedine , mascherando becere speculazioni edilizie dietro a inutili progetti di housing sociale.
Di scheletri di cemento nell’armadio del litorale, a partire dalle case Armellini per non parlare del porto, il PD e i predecessori della “Margherita ” ne hanno sepolti fin troppi. Pensate veramente di poterne accumulare altri continuando a farne pagare le spese sempre e solo agli ultimi ?
Chiediamo immediatamente al Presidente Falconi di farsi portavoce del nostro dissenso verso il Sindaco Gualtieri e di portarlo qui a incontrarci e guardare negli occhi i nostri figli. Il primo cittadino ha il dovere di conoscere una realtà che non può distruggere perché divenuta patrimonio irrinunciabile per tutta la Capitale.
Giù le mani dall’idroscalo. Punta Sacra (leggi qui) esiste e questa volta sappiate che non siamo più soli.
Franca Vannini