Roma: sono partiti di notte per portare in salvo quanta più gente possibile dalla frontiera Ucraino-ungherese, e poche ora fa, rientrati a Roma dopo migliaia di chilometri, i membri del direttivo di Hydra servizi fiduciari, un’azienda di servizi di vigilanza con sede in via di Torre Spaccata e presenti sul territorio di Ostia e Casal Palocco e infernetto e Vitinia, ci hanno raccontato la loro storia incredibile e toccante.
Prelevati alla frontiera per arrivare in Ungheria e in Italia sui mezzi della Hydra Servizi Fiduciari. Il titolare: “lo abbiamo fatto perchè non potevamo più stare fermi a guardare”
Grazie all’azione volontaria di Corrado Innocenzi e il suo team, oggi 14 persone si trovano al sicuro e ricongiunte con le proprie famiglie tra Roma e Budapest. Dopo giorni di orrori visti in tv e appresi sui giornali, i membri del direttivo di Hydra Servizi Fiduciari non ce l’ha più fatta a stare guardare, e ha deciso di attivarsi con i propri mezzi e andare alla frontiera, per sottrarre a questa guerra assurda, qualche vittima innocente.
E’ bastato poco al team di Hydra, per comprendere che sia per i mezzi a loro disposizione che per la preparazione professionale che li rende in grado di affrontare eventuali rischi, potevano farcela. Così si sono messi in viaggio per associarsi alle tante operazioni umanitarie che si stanno moltiplicando sul territorio nazionale.
“Ci siamo prima informati sul punto della frontiera dove era più utile andare, e poi ci siamo mossi mercoledì sera arrivando il giovedì pomeriggio con le nostre macchine aziendali alla frontiera Ucraino-ungherese. Lì poi ci siamo rivolti al centro allestito da Caritas e ed altre associazioni umanitarie dove stavano arrivando di continuo persone in fuga dalla guerra. Un’operatore della Caritas a quel punto, ci ha segnalato le persone ucraine che erano in attesa di ricongiungimento familiare ma senza un trasporto al momento. Così abbiamo fatto salire sui mezzi due famiglie con quattro donne e due bambini con la paura negli occhi, e le abbiamo trasportate fino alla stazione di Budapest”.
Una volta arrivati a destinazione, Innocenzi e il suo team hanno continuato come in un circolo virtuoso a prendere altra gente. Sempre la Caritas, in questo caso gli ha affidato una famiglia di sei persone con quattro bambini, più un’anziana che doveva arrivare fino a Verona per ricongiungersi con i familiari, e una mamma con sua figlia piccola fuggite con il dolore di aver lasciato il padre famiglia a fare la guerra. Questi cittadini ucraini sono stati trasportate con i mezzi della Hydra fino a Termini e nel quartiere Garbatella.
“Mamma e bambino l’abbiamo accompagnati in albergo a Termini perchè loro non avevano parenti in Italia, sono ora affidati agli operatori della Croce Rossa, che all’hub della Stazione si stanno occupando di procedere a fornire di un documento temporaneo i cittadini ucraini che arrivano, e che con questo possono beneficiare assistenza sanitaria. Nell’altro caso, la signora anziana e sua figlia le abbiamo portate direttamente a destinazione, dove avranno ora finalmente un po’ di tranquillità”.
“Le emozioni non riusciamo nemmeno a descriverle. Sono state tante anche quando ci fermavamo per farli rifocillare negli Autogrill e avevamo modo di guardarli e comunicare con loro. I chilometri fatti li hanno stancati ma almeno la speranza sulla loro nuova destinazione li ha in parte sollevati. Quando siamo arrivati alla frontiera il primo giorno di missione abbiamo capito di aver fatto bene, ma alla fine dell’operazione era chiaro in tutti noi che partire era l’unica cosa da fare”.
“Qualche difficoltà come prevedibile c’è stata, appena arrivati all’Hot spot della frontiera perchè li non parlano inglese e quindi, poichè c’è molto controllo eravamo stati mal visti. A noi si è avvicinato con fare minaccioso un Euro-parlamentare ungherese che non capiva bene cosa volessimo fare, ma grazie all’aiuto telefonico della moglie ucraina di uno di noi, si è convinto delle buone intenzioni del nostro gruppo e ci hanno consentito di procedere al trasporto dei profughi”.
L’euro parlamentare Ungherese di cui al momento non facciamo il nome, ha poi voluto mantenere un contatto con la Hydra, così da questa importante azione volontaria di un’azienda privata è nata ora anche un’amicizia in più tra l’Italia e l’Ungheria. Un altro segnale di ricerca spasmodica della pace, nonostante la guerra continui a ripresentarsi come una malattia ciclica.
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