Zero euro di donazioni in cinque anni per il restauro della chiesa di Santa Marina di Ardea e la Soprintendenza depenna la struttura dall'elenco dei beni che possono essere sostenuti dai privati.
Zero euro di donazioni in cinque anni per il restauro della chiesa di Santa Marina di Ardea e la Soprintendenza depenna la struttura dall’elenco dei beni che possono essere sostenuti dai privati.
Da oggi Ardea non potrà contare sull’aiuto di imprenditori e cittadini facoltosi per riportare ad antico splendore uno dei gioielli artistici del suo territorio. Ora il restauro sarà possibile solo con fondi pubblici.
La chiesa di Santa Marina è iscritta nella Rete delle dimore storiche del Lazio, che consente l’accesso a finanziamenti per piccoli interventi di messa in sicurezza.
Nel 2016 infatti il comune di Ardea con il sindaco Luca Di Fiori, aveva aderito all’Art bonus, l’iniziativa del governo per favorire l’intervento di privati per il restauro dei beni culturali del Paese, attraverso importanti vantaggi fiscali. La Chiesa di Santa Marina è attaccata da un batterio che sta deteriorando affreschi e intonaci.
Per alcuni esperti si tratterebbero di “funghi” che stanno distruggendo decorazioni, stucchi e affreschi. Per il restauro e la valorizzazione era stato previsto un costo di 300mila euro.
Nessuno in cinque anni ha risposto all’avviso del Comune, per questo motivo la Soprintendenza ha cancellato la chiesa dall’elenco.Nei prossimi giorni la consigliera di opposizione di Cambiamo Anna Maria Tarantino protocollerà una richiesta ufficiale di spiegazioni al sindaco, chiedendo di conoscere i progetti dell’amministrazione per quella chiesa.
Secondo una leggenda, la Chiesa sorge dove si trovava l’ingresso della grotta in cui Santa Marina visse in eremitaggio; fu realizzata per volere di Cencio Savelli (il futuro papa Onorio 111), nel 1191, e si trova all’interno del Cimitero storico di Ardea.
La facciata era preceduta da un portico, quasi interamente scomparso, l’ingresso è inquadrato da colonne sorrette da leoni stilifori e l’architrave è decorato da un bassorilievo.
Nell’abside della parete di fondo, di fronte all’ingresso, si trovano un affresco bizantino, rappresentante S. Marina e altri personaggi scarsamente visibili, e un altare in muratura, riferibili al riutilizzo dell’ambiente in età post-antica. Le altre nicchie, invece, conservano ancora tracce dei sarcofagi, realizzati risparmiando il tufo durante lo scavo dell’intero ambiente nel Il secolo d.C, quando il monumento era un sepolcro con arcosolii.
La parete di ingresso è decorata con motivi vegetali a girali di foglie, rombi e fiori cruciformi; la volta e gli spigoli della finestra sono profilati da una cornice in stucco a doppio cordone.
Di fianco alla Chiesa è stata di recente individuata una sepoltura ipogea scavata nel tufo al di sotto dell’altura di Colle della Noce, con ogni probabilità risalente all’età imperiale. Composta da corridoio e camera sepolcrale con tre arcosolii, ospita tre tombe a fossa e alcune sepolture a “cappuccina”, riferibili a un riutilizzo della struttura. Una struttura di notevole interesse, di un periodo storico ancora poco noto.
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