Un vasto patrimonio arboreo rischia di venire danneggiato irrimediabilmente. Servizio video di Alberto Sugaroni
La pineta di Castel Fusano è messa in grande sofferenza non solo da vandali e piromani, ma deve guardarsi anche dal ben più subdolo assalto della cocciniglia.
Questa infatti è una insidia troppo spesso sottovalutata ma che sta tornando prepotentemente (leggi qui). Come si vede dalle immagini del servizio di Alberto Sugaroni, le alberature della pineta sono assaltate da questo organismo e la chioma degli alberi rimane grande mentre il tronco si indebolisce e si secca internamente subendo poi la forza del vento e rischia di crollare a terra, spezzandosi per il fatto di essere meno flessibile.
Le amministrazioni precedenti non hanno fatto prevenzione per quanto riguarda il fenomeno della cocciniglia, una azione tuttavia scontata e purtroppo annunciata. Tante cose si era detto che sarebbero state fatto, come nel 2021, si era detto di mettere le sacche di abamectina che avrebbero evitato l’attacco del parassita curando il fusto dell’albero, ed invece le sacche non ci sono più.
Quel che è evidente è che gli alberi sono secchi e non in buona salute, ci sono pochi aghi di pino a terra, segno che non sono stati prodotti e gli arbusti sono destinati alla morte, nessun intervento sembra più possibile, in un vero e proprio cimitero degli elefanti ligneo, delle vere e proprie nature morte.
Si tratta di uno dei parchi più belli e curati della nazione ma che sta via via scomparendo se non ci sarà un intervento forte e serio. Alberi del diametro di oltre 1 metro rischiano di crollare al suolo come fuscelli per l’incuria delle autorità locali e tutto questo non lascia tranquilli anche in vista di un possibile depauperamento del secolare patrimonio arboreo non solo lidense ma di tutto il X Municipio e del Lazio intero.
Servizio video di Alberto Sugaroni
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