Ladispoli: il comune commina molte multe, ma il piatto piange, ci sono infatti grossi problemi da parte dell’amministrazione nel riscuotere quanto dovuto dai trasgressori.
Rispetto al passato sono tante le difficoltà da parte del comune per incassare quanto dovuto dai trasgressori del codice della strada
Le motivazioni di tutto questo sono tante: il segnale del velox scatta di continuo a Ladispoli perché sarebbero tantissimi gli automobilisti non in regola ma i conti non tornano.
Per i ritardatari – in particolare – c’è la possibilità di usufruire della proroga salva-multe decisa dal Governo a causa del prolungamento dell’emergenza sanitaria.
Le sanzioni prodotte dai due dispositivi elettronici posizionati agli ingressi della città, in via Settevene Palo, a nord e in via Palo Laziale, a sud, restano pertanto in molti casi virtuali.
“La posticipazione delle revisioni – spiega Sergio Umberto Blasi, comandante della Polizia Locale di Ladispoli – ha dato a molti cittadini più tempo per recarsi nei centri autorizzati di fiducia per il controllo dei rispettivi veicoli. Per questo motivo il nostro dossier indica che le contravvenzioni sono in grande diminuzione rispetto al passato”.
Un discorso diverso va fatto per le assicurazioni. Qui il margine extra resta di 15 giorni per poter regolarizzare la situazione ma in questo settore si segnala un grande rispetto delle norme.
“Il trend del 2022 – rammenta Blasi – evidenzia che sono diminuite le sanzioni mettendo a confronto il primo mese del 2021 a quello precedente”.
Il vero problema del comune e della Polizia Municipale è quello di incassare i soldi delle multe. In previsione Palazzo Falcone entro il 2023 ha in preventivo di riscuotere oltre due milioni di euro.
Nel periodo 2019-2021 i vigili urbani di viale Mediterraneo hanno comminato circa 1 milione e 347mila euro di multe, nel totale figurano il parcheggio a pagamento fatto senza ticket, le auto posteggiate davanti ai passi carrabili e tutte le sanzioni derivanti dall’utilizzo dell’autovelox.
Tuttavia si prospettano tempi duri per chi non ha pagato il proprio debito visto che Sap, ditta che deve raggranellare quanto dovuto, ha già fatto partire gli avvisi ai destinatari. Questi accertamenti nei mesi scorsi sono partiti anche per ottenere i 4 milioni di Tari, Imu, servizio idrico, mensa scolastica, più altre imposte.
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