Giuseppe Guttadauro, da Bagheria all’Axa: arresti domiciliari per l’accusa di mafia

Arrestato all'Axa Giuseppe Guttadauro: il medico e suo figlio Mario Carlo, sono indagati per mafia

Axa: questa mattina i Carabinieri del Ros, supportati dai militari del Comando Provinciale di Palermo e dello Squadrone Cacciatori Sicilia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, nei confronti di Giuseppe Guttadauro, anche noto come “il dottore” e di suo figlio Mario Carlo Guttadauro, indagati per i delitti di associazione di tipo mafioso.

Giuseppe Guttadauro che si era trasferito a Roma nel 2012, è stato raggiunto dai Carabinieri presso il suo domicilio nel quartiere Axa, e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa anche per il figlio Mario Carlo, destinatario invece della custodia cautelare in carcere. I dettagli.

Arrestato all’Axa Giuseppe Guttadauro: il medico e suo figlio Mario Carlo, sono indagati per mafia

L’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, è stata emessa dal Gip del Tribunale di Palermo nei confronti di Giuseppe Guttadauro Giuseppe inteso «il dottore» e del figlio Mario Carlo Guttadauro. I due che sono indagati per i delitti di associazione di tipo mafioso, è stata contestata l’appartenenza alla famiglia di cosa nostra di Palermo – Roccella (inserita nel mandamento di Brancaccio – Ciaculli) e l’intervento sulle più significative dinamiche del mandamento mafioso di Villabate – Bagheria.

Indagati, nello stesso contesto, ma non destinatari di provvedimenti cautelari, altri soggetti palermitani di cui tre ritenuti essere affiliati alla famiglia di Palermo – Roccella e due, in concorso con Mario Carlo Guttadauro, di lesioni aggravate.

Le indagini che hanno portato all’arresto di Giuseppe Guttadauro e suo figlio

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno portato a galla le attività svolte Giuseppe Guttadauro. L’uomo, fratello di Filippo Guttadauro, cognato del latitante Matteo Messina Denaro era stato già arrestato a maggio del 2002 nel corso dell’operazione denominata “Ghiaccio”, ma dopo la scarcerazione avvenuta a marzo del 2012, si sarebbe trasferito a Roma, ed avrebbe mantenuto i contatti con l’organizzazione mafiosa di riferimento, anche attraverso il figlio Mario Carlo il quale ne avrebbe mediato le interlocuzioni con gli altri indagati attivi a Palermo. 

Guttadauro padre vive all’Axa, il quartiere disteso lungo la via Cristoforo Colombo, tra l’Eur e Ostia. Risiede in un appartamento nei pressi di Piazza Eschilo. A chi lo ha conosciuto di recente, l’uomo ha raccontato di essersi specializzato nella compravendita di partite di pesce provenienti dal Marocco.

Secondo quanto emerso e documentato, Giuseppe Guttadauro sarebbe intervenuto – delegato per l’esecuzione al figlio Mario Carlo – per risolvere i contrasti che erano sorti a Palermo in ordine all’esecuzione di lavori che dovevano essere realizzati presso una importante struttura industriale nella zona di Brancaccio.

L’uomo sarebbe anche coinvolto nell’attività di traffico di stupefacenti condotta da un pregiudicato bagherese, e nei rapporti di quest’ultimo con i vertici pro-tempore della famiglia mafiosa di Bagheria. Il “dottore” inoltre, avrebbe anche progettato un traffico di stupefacenti con l’estero, finanziato dai sodali palermitani, avvalendosi di un soggetto albanese per reperire hashish e prevedendo, contestualmente, un canale per l’approvvigionamento di cocaina dal Sud America.

In tale attività sarebbe anche coinvolto un assistente di volo, che aveva incarico di trasportare 300 mila euro in Brasile, nel momento in cui il carico di droga dal Sud America fosse arrivato in Olanda.

Le indagini che oggi hanno portato all’arresto del medico indagato per mafia Giuseppe Guttadauro, già finito in carcere 22 anni fa, esponente di spicco di Cosa nostra palermitana, hanno svelato le sue frequentazioni di ambienti facoltosi della Capitale. All’uomo infatti, secondo quanto emerso, godeva di una certa “considerazione” in certi ambienti della Capitale, sarebbe stato chiesto di intervenire – dietro la promessa di un lauto compenso – nella soluzione di un contenzioso dell’ammontare di 16 milioni di euro che una facoltosa donna romana aveva con un istituto bancario.

Nel caso la vicenda non si fosse risolta per altro, Guttadauro avrebbe prospettato la possibilità di passare alle vie di fatto, incaricando qualcuno di malmenare i soggetti che riteneva stessero ostacolando la soluzione della vicenda.

Sulle attività di indagine svolte anche nei confronti di Mario Carlo Guttadauro, è emerso anche che l’uomo sarebbe stato l’ordinante di un pestaggio, che altri due indagati avrebbero messo in atti il 25 ottobre 2016, nei confronti di un giovane palermitano, che aveva accusato il giovane Guttadauro di condotte disdicevoli.

Al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, e nel rispetto dei diritti degli indagati, questi sono da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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