La proposta anti-covid: “Iniettare Novavax a quanti hanno paura dei vaccini mRna”

Lettera aperta di un vaccinato che ha subito un delicato e rischiosissimo intervento chirurgico cardiaco: "Consentite di scegliere i vaccinarsi con Novavax"

Novavax: l’orientamento sull’uso del vaccino al momento è di usarlo solo su chi non ha ricevuto mai vaccini anti-covid. Una lettera aperta alla nostra redazione, racconta il caso di Maurizio Contigiani, polemista de “Il Fatto Quotidiano” e di Tpi, cardiopatico con effetti negativi post vaccinali. E lancia la richiesta di iniettare il Novavax anche su richiesta individuale, a chi lo ritiene più sicuro riguardo al rischio di effetti indesiderati.

Nel Lazio arriva il vaccino Novavax: chi potrà usarlo?

Nel Lazio la campagna vaccinale procede spedita con i vaccini disponibili e in attesa delle prime somministrazioni di Novavax. A tal proposito, l’Assessore Alessio D’Amato, attualmente positivo al Covid ma con sintomi lievi (leggi qui), ne ha già previsto il piano di somministrazione con circa 15 hub dedicati. E poche settimane fa aveva rilasciato alcune dichiarazioni tranquillizzando sul monitoraggio costante della Regione Lazio riguardo alle prossime somministrazioni con il nuovo vaccino Novavax, il cui arrivo era per l’appunto previsto a febbraio, da integrare alla campagna vaccinale in corso. (leggi qui).

Novavax come agisce il vaccino “bio”

E’ il quinto vaccino contro il virus del Covid autorizzato in Europa e l’Unione Europea ne aveva già prenotato 200 milioni di dosi alla fine di dicembre 2021. Ma cos’ha di diverso Novavax?

Questo siero si fonda non più sull’Rna messaggero su cui invece si basano quelli di Pfizer e Moderna, ma utilizza le proteineuna tecnologia più tradizionale. Per questo motivo è stato ribattezzato anche come il siero Bio e si pensa che adesso molti tra coloro che sono restii a vaccinarsi contro il Covid-19 si convinceranno a farlo.

Novavax, aveva spegato Ema in una nota: “Soddisfa i criteri dell’Ue sotto tutti i punti di vista: efficacia, sicurezza e qualità. Sono stati portati a termine due importanti studi riguardo a questo vaccino. Il primo, condotto in Messico e negli Stati Uniti, ha riscontrato una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid-19 da 7 giorni dopo la seconda dose”

Ed anche il secondo studio, condotto nel Regno Unito, ha mostrato una riduzione simile del numero di casi sintomatici di Covid-19, con l’efficacia del vaccino all’89,7%. Tutti insieme, prosegue l’Ema: “i risultati dei due studi mostrano un’efficacia del vaccino per Nuvaxovid di circa il 90%. La sicurezza e l’efficacia del vaccino – è stato evidenziato – continueranno a essere monitorate man mano che viene utilizzato in tutta l’Unione Europea, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’Ue e ulteriori studi da parte dell’azienda e delle autorità europee”. (Leggi qui)

Novavax, per convincere chi ha paura: la lettera

Le premesse sono chiare quindi di cosa aspettarsi con Novavax, com’è chiaro l’orientamento palesato, di usarlo solo su chi non ha ricevuto mai vaccini anti-covid, anche come sprone per coloro che non si vaccinavano perchè hanno paura del vettore mRNA.

Ma da parte di chi, vaccinato con vaccini già in commercio e stra-testati, la paura l’ha provata davvero sulla propria pelle, per una complicazione imprevista da vaccino, è arrivata alla nostra redazione, una lettera a testimonianza di una pesante esperienza, che apre all’interrogativo se non sia un bene utilizzare Novavax anche per altri casi, rivelatisi più fragili e sensibili ai vaccini tradizionali.

La lettera aperta

A scriverci è Maurizio Contigiani, polemista delle testate “Il Fatto Quotidiano” e “Tpi”:

“A sessantotto anni non prendo ancora alcuna medicina e riesco a praticare ancora dello sport e immersioni subacquee. Non ho mai avuto alcuna riserva o paura nei confronti di qualunque vaccino, tanto meno per quello contro il Covid che ho fatto il 7 maggio 2021. Il 10 maggio, alla fine di una partita di tennis e accuso un affanno non provocato da stress fisico, il mio torace subiva convulsioni mai provate prima, convulsioni che se fossero durate oltre quei dieci secondi non so cosa sarebbe potuto succedere. Ho addebitato l’evento all’età avanzata in sinergia con il primo caldo ma comunque non alla dose Pfizer inoculata nelle precedenti 72 ore. Da quel giorno nei successivi 30, non sono più riuscito più a produrre sforzo, per cui ho smesso di giocare a tennis e l’istinto mi porta sempre più verso il divano. I primi di agosto, il mio organismo inizia a migliorare e torna lentamente verso la normalità, almeno fino a settembre quando al termine di tre normalissime immersioni eseguite in piena sicurezza, mi ritrovo in barca con un piccolo debito di ossigeno. Una volta appurata la correttezza dell’aria contenuta nelle bombole, decido per l’ospedale di Olbia dove la direttrice dell’unità coronarica mi diagnostica la rottura del muscolo papillare di una corda tendinea della valvola mitrale. La Dott.ssa mi invita a ricordare il momento in cui questo evento si sarebbe dovuto manifestare in maniera evidente ed io, riavvolgendo il nastro, sono tornato a quel 10 maggio ma questa volta, anche il mio ottimismo nei confronti dei vaccini, non ha potuto escludere la coincidenza dei due eventi.

Quest’estate moriva un mio ex collega per improvviso arresto cardiaco e, l’ormai inevitabile pulce nell’orecchio, mi porta alla conferma che si era vaccinato 72 ore prima. Nel periodo in cui ero in attesa dell’intervento di cardiochirurgia, un mio amico cardiologo, dodici anni più giovane di me, la notte dopo un evento sportivo, subisce un qualcosa di simile al mio affanno del 10 maggio, verrà operato d’urgenza per rottura di due corde tendinee della valvola mitrale. Aveva assunto la terza dose di Pfizer entro le settantadue ore. Naturalmente nessuno è in grado di affermare la riconducibilità di questi eventi agli eventi avversi del vaccino ma è altrettanto vero che nessuno lo ha mai totalmente escluso. E’ vero anche che, sia io che il cardiologo, siamo portatori di prolasso della valvola mitrale ma il nostro impianto cardiocircolatorio non era considerato da cardiopatico ed era autorizzato alla pratica di una vita normale, ma potrebbe essere anche vero che una piccola alterazione/infiammazione del normale status del nostro non perfetto muscolo cardiaco, possa aver provocato la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Queste, al termine del racconto di Contigiani, alcune sue logiche conclusioni:

“Adesso, mettetevi nei miei panni, con lo sterno aperto in due dopo un’operazione dai risultati fortunatamente/apparentemente positivi, dovrei iniettarmi quella terza dose senza pensarci su due volte, tanto da sentirmi più stupido che incosciente. Oggi mi trovo col Green Pass scaduto, non posso andare a comprarmi nemmeno un cacciavite da Leroy Merlin, cosa che nemmeno nel primo lockdown. Io che mi farei iniettare di tutto, non sono in grado di scegliere qualcosa di diverso dal prodotto di cui sopra perchè ormai la mia vita è subordinata alla terza dose di Pfizer. Uscirà Novavax e sarà destinato a coloro che non si vaccinavano perchè avevano paura del vettore mRNA ma mi auguro possa essere anche una via d’uscita per chi la paura l’ha provata davvero“.

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