Si tratta di un grande problema all'interno del porto-canale che crea gravi danni agli operatori del settore pesca, pilastro dell'economia cittadina
Fiumicino: sullo stato disastrato di quelle che ormai da tempo vengono definite come le “banchine trappola”, si è espresso anche l’ex Ministro Mario Baccini, coordinatore del centrodestra e delle liste civiche di Fiumicino.
Le banchine rappresentano un vero e proprio problema all’interno del porto-canale, versano in condizioni critiche, sono da tempo completamente sgretolate in diversi tratti ed urge individuare a breve misure di contenimento della situazione in attesa della realizzazione della nuova darsena (Leggi Qui).
Baccini, già candidato nelle elezioni amministrative del 2018 alla carica di sindaco di Fiumicino, alla guida di una coalizione di centro-destra formata da Forza Italia, da Energie per l’Italia e da cinque liste civiche, molto esperto dunque per quanto concerne le vicende fiumicinesi, si è così espresso: “Mi sembra assurdo che dopo le denunce degli operatori l’Autorità di sistema portuale e di chi dovrebbe soprintendere al controllo non siano intervenuti ancora per mettere in sicurezza alcuni tratti dei banchina del porto-canale di Fiumicino”.
Baccini pone anche l’accento sulle gravi conseguenze di tutta questa situazione sul settore pesca, con gli operatori che si trovano costretti giocoforza a dover lavorare in un ambiente a rischio e sembra un grave paradosso per un comune come quello aeroportuale che ha sviluppato parte delle sue fortune proprio sul settore della grande e piccola pesca, uno dei veri e propri pilastri dell’economia cittadina.
Per questo motivo i lavoratori vanno tutelati durante le operazioni di ormeggio lungo i moli, che in alcuni punti sono proprio delle “trappole”, soprattutto quando si devono sistemare le attrezzature tra cui le reti per lo strascico. Buche, scalette prive di ringhiera e ferri sollevati sulla superficie dei moli confermano la gravità della situazione di degrado dell’area portuale.
“Sono circa 25 anni – prosegue Baccini, rincarando la dose – che l’Autorità ha la competenza sulla sicurezza portuale e considerato che introita circa 1 milione all’anno da concessioni demaniali e attività delle piattaforme petrolifere una parte di queste risorse andrebbero di certo ridistribuite e utilizzate per dare un minimo di decoro alle nostre strutture portuali”.
Il consigliere fa riferimento alle tanto attese operazioni di dragaggio che viene sostituito da alcuni anni con una sorta di livellamento e bonifica dell’alveo: “Si tratta di una operazione che non incontra la simpatia degli armatori – evidenzia Baccini – i quali subiscono sempre più gravi danni a causa del basso fondale, per non tacere poi dei disagi enormi lamentati dalla piccola pesca che non ha più acqua per pulire le reti”.
Ultima idea in ordine di tempo è quella di dotare gli attracchi del ponte “2 Giugno” di un apposito punto di erogazione che però è evidentemente poca cosa: “Ne servirebbero 5 o 6 per curare decoro e igiene – rammenta Baccini – . In conclusione, proprio Baccini a questo scopo ha garantito un intervento in consiglio comunale basato sulla lista dei problemi vissuti dagli operatori portuali”.
“Poi non parliamo della costituzione della nuova darsena della pesca che pare ancora ferma alla conferenza sulla viabilità – chiosa Baccini – La politica dell’annuncio della posa della prima pietra va avanti da un anno”.
A questo proposito l’Autorità risponde che “Gli interventi necessari sono già stati prontamente individuati ed è in corso d’opera il reperimento delle risorse finanziarie per attuarli. Nelle more è già stato avviato il procedimento per poter impegnare in bilancio le somme necessarie da cui iniziare le manutenzioni più impellenti”.
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