Santa Marinella: nella lotta al contrasto della pesca illegale, un altro importante risultato è stato messo a segno dai militari della dipendente Stazione Navale di Civitavecchia, che la notte scorsa hanno effettuato il sequestro di 10.000 ricci di mare prelevati illecitamente, da due pescatori non professionisti. I dettagli.
Pesca illegale di ricci sul Litorale di Santa Marinella: sub scoperti con una quantità di ricci di mare 100 volte superiore alla consentita
L’ennesima battuta di pesca illegale è stata bloccata la notte scorsa sul litorale di Santa Marinella dai militari della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Civitavecchia che hanno sorpreso due subacquei, mentre si apprestavano a far rientro a riva con un ricco “bottino” di circa 10.000 esemplari di echinodermi (ricci di mare).
I due pescatori non professionali, in trasferta dalla Provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT), avevano raccolto in maniera abusiva oltre 10.000 esemplari, quantità oltremodo eccedente il limite massimo previsto dalla vigente normativa, stabilito in un massimo di raccolta di 50 ricci di mare per ogni singolo pescatore.
I militari hanno posto sotto sequestro le attrezzature utilizzate dai due pescatori illegali, per l’immersione e per la pesca, ai quali sono state elevate anche sanzioni di 12.000 euro ciascuno. Quest’ennesima brillante operazione svolta dal R.O.AN. di Civitavecchia nel settore della pesca illegale di ricci di mare sul litorale a nord di Roma si aggiunge ad altri risultati che hanno portato, negli ultimi periodi, al sequestro di oltre 80.000 ricci di mare ed alla verbalizzazione di 29 soggetti, con importi di circa € 100.000,00 di sanzioni amministrative applicate in materia di pesca illegale.
Buon notizie anche per l’intero quantitativo del pescato, che ancora vivo, è stato reintrodotto in mare, anche grazie all’ausilio di una motovedetta del Corpo intervenuta prontamente sul posto delle operazioni.
Pesca illegale dei ricci di mare: causa della desertificazione dei fondali
“Il fenomeno, che vede coinvolti soggetti che agiscono abitualmente e, spesso in maniera recidiva, nel tratto di costa tra Civitavecchia e Santa Marinella (RM) – spiega il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Civitavecchia – ha raggiunto veri e propri livelli “di guardia” in quanto tali condotte illegali, non solo recano un danno ingente al commercio ed alla leale concorrenza della filiera ittica, bensì impattano, in maniera negativa e ripetuta, sul delicato equilibrio biologico dell’ecosistema marino, contribuendo ad accelerare la lenta e continua “scomparsa” di queste preziose risorse ittiche dai nostri mari, causando una vera e propria “desertificazione” dei fondali marini”.
R.O.AN.: “Servono divieti di pesca più incisivi”
La diffusione di questo tipo di pesca illegale sul territorio nazionale ha portato alcune regioni italiane, come ad esempio la Sardegna, ad applicare inizialmente norme restrittive sulla pesca dei ricci indicando i tempi di raccolta e le dimensioni degli echinodermi limitando la raccolta a quelli più adulti, con diametro superiore a 5 centimetri (aculei esclusi), sino a giungere, con la Legge n.17/2021, a vietare su tutta l’isola, dal 22 gennaio u.s. e per i prossimi 3 anni, la pesca e la vendita di esemplari di Paracentrotus lividus, una delle specie di ricci di mare più comuni nel Mediterraneo e la principale tra quelle commestibili.
La mancata previsione di divieti più incisivi sulla pesca non professionale dei ricci di mare, quindi può, in futuro, compromettere irreparabilmente il delicato equilibrio dell’ambiente marino e costiero, alimentare il traffico illecito di prodotto ittico e dell’evasione fiscale, alterandone le regole di mercato a danno dei tanti onesti operatori del settore, rispettosi delle risorse marine e delle regole.
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Sub da Barletta a Tarquinia per pescare ricci di mare: 12mila euro di multa ciascuno
