Fiumicino: l’area archeologica delle Terme di Matidia è inaccessibile

Fratelli D'Italia parla di impegni non mantenuti

terme di matidia

Fiumicino: nonostante gli ingenti fondi regionali stanziati, i lavori per la riqualificazione e l’apertura al pubblico dell’area archeologica delle Terme di Matidia non sono mai partiti. L’area, che ospita manufatti risalenti al 113 d.C., risulta inaccessibile, piena di rovi e vegetazione infestante.

Fiumicino, le Terme di Matidia sono inaccessibili. Fratelli D’Italia parla di impegni non mantenuti

La denuncia arriva dal capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Costa, che più volte ha chiesto una commissione specifica sulla questione, da Federica Cerulli, presidente del circolo Leonardo da Vinci e dal consigliere regionale Giancarlo Righini.

All’inizio dello scorso anno, nell’area è stato siglato il protocollo per il trasferimento di alcuni beni del patrimonio immobiliare della Regione, che ricadono nel Comune costiero, all’amministrazione di Fiumicino. Per l’occasione il sindaco, Esterino Montino, aveva annunciato la fruibilità dell’area per la primavera 2021. (Leggi qui)

«La riqualificazione e l’apertura al pubblico dell’area archeologica Terme di Matidia sono lettera morta, del Polo per la promozione turistica non c’è traccia. Attualmente –  commenta Righini – l’area dove sorgono le significative emergenze archeologiche risalenti al 113 d.C., risulta inaccessibile, preda di rovi ed erbacce infestanti.»

Gli esponenti di Fratelli d’Italia chiedono al sindaco Esterino Montino di rimettere la delega al turismo dichiarando che serve un assessore con competenze specifiche per realizzare un sistema turistico imprenditoriale che sappia rendere fruibile il patrimonio culturale e paesaggistico della città.

La storia delle Terme di Matidia

L’area delle Terme cd. di Matidia è situata al limite settentrionale del quartiere extraurbano portuense, vicino al Ponte di Matidia (da cui la denominazione delle Terme) che collegava l’Isola Sacra con Porto; immediatamente ad Ovest si trova il complesso del Conventino di Sant’Ippolito, di cui fa parte la Basilica paleocristiana, mentre sul lato meridionale sono state individuate strutture verosimilmente riferibili a sepolture e da mettere in relazione con le aree sepolcrali che si disponevano ai lati della via Flabia-Severiana.

Il complesso termale cd. “di Matidia”, rinvenuto ma non scavato integralmente negli anni ’70, in funzione dal II al IV secolo d.C. senza soluzione di continuità, è articolato in un nucleo originario – posto ad ovest – costituito dagli ambienti funzionali (frigidarium, tepidarium e calidarium) ed ai sottostanti servizi, e in un ampio vano (definito “salone” dagli scopritori) sul cui lato settentrionale si dispongono tabernae, mentre a sud sono stati individuati impianti di tipo commerciale o artigianale, come suggerisce il rinvenimento di dolii infissi nel terreno (dolia defossa).

Il pavimento del “salone” è decorato in opus sectilegeometrico, piuttosto semplice, disposto secondo uno schema di fascioni longitudinali di varia ampiezza, realizzato in prevalenza con marmi di reimpiego. Tale ambiente, che si è ipotizzato fosse coperto da un tetto impostato su capriate lignee, comunicava con gli altri vani, come testimoniano le aperture sui vari lati.

 

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