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Il terzo lunedì di gennaio è considerato il giorno più triste dell’anno: ecco perchè

Il "Blue Monday" la giornata più triste dell'anno: un concetto legato alle festività e ai viaggi con un fondo di verità

Per quanto ci sembri una sciocchezza e soprattutto di questi tempi, in cui motivi per rattristarci ne avremmo, senza la necessità di “equazioni matematiche”, la pseudoscienza colloca domani, e cioè nel terzo lunedì di gennaio, il “lunedì triste”, ritenuto essere il giorno dell’anno più triste per gli abitanti dell’emisfero boreale. I dettagli.

Il “Blue Monday” la giornata più triste dell’anno: un concetto legato alle festività e ai viaggi con un fondo di verità

Viene definito “Blue Monday”, ossia “lunedì triste” volendo indicare un particolare giorno dell’anno, solitamente il terzo lunedì del mese di gennaio, considerato il giorno dell’anno più triste per gli abitanti dell’emisfero boreale.

Il concetto di tristezza abbinata a questo particolare giorno, è stato originariamente reso pubblico nel 2005, e alla teoria addirittura abbinata un’equazione con la quale era stato possibile calcolare la data esatta dell’evento.

Un’equazione priva di fondamento scientifico naturalmente, ma che nella sostanza voleva dimostrare che le persone in occasione del Blue Monday si sentono maggiormente depresse, perché inconsciamente realizzano due cose: che sono finite le festività natalizie, e che i mesi successivi saranno caratterizzati dalla quasi totale assenza di giorni festivi.

L’individuazione di questa data viene attribuita a Cliff Arnall, psicologo presso l’Università di Cardiff, che successivamente però, prese le distanze dallo studioso. Ecco come nasce la sua teoria:

Arnali aveva escogitato la data per aiutare le compagnie di viaggio ad analizzare la tendenza dei loro clienti, osservando come questi ultimi siano più propensi a prenotare un viaggio quando si trovano in uno stato di profondo malumore (leggi qui), e includendo per la valutazione alcuni fattori: le condizioni meteorologiche, la capacità di fronteggiare i debiti accumulati, il tempo trascorso dal Natale, il fallimento dei propositi che si erano prefissati con l’inizio del nuovo anno, i bassi livelli di motivazione e la sensazione di una necessità di agire. Una disequazione usata da Arnall nel 2006 era la seguente:

Quella mostrata differiva da quella con la quale la teoria venne resa pubblica (in basso), ma che con la precedente (in alto), aveva in comune il fatto che non erano definite le unità di misura, il motivo principale per cui venne criticata per lo più, tranne in qualche caso in cui gli fu riconosciuta invece una sovrasemplificazione della realtà e un fondo di verità, in particolare riguardo a coloro che risultano particolarmente sensibili agli eventi esterni.

Una curiosità dal mondo legale, collega molto di più questa data, generalmente fatta coincidere con il terzo lunedì del mese di gennaio, ma che può cadere tra il 15 e il 21 del mese, o anche sul secondo o quarto lunedì dello stesso mese, al “lunedì del divorzio” (Divorce Monday), notando che durante il mese di gennaio viene intrapreso il maggior numero di procedimenti per il divorzio rispetto agli altri mesi dell’anno.

Per dovere di cronaca, così come “esiste” un giorno considerato il più triste, Arnall ha affermato anche di aver calcolato quello più felice dell’anno, una data che tende a ricadere vicino al solstizio d’estate nell’emisfero nord.

Tra i parametri considerati da Arnall stavolta, figuravano l’attività all’aperto, la natura, l’interazione sociale, i ricordi legati alle estati precedenti, la temperatura e l’attesa delle vacanze.

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