Roma: 70 mila infermieri e 60 mila medici serviranno per affrontare il ricambio di altrettanti sanitari prossimi al pensionamento. Ma al momento la carenza del servizio pubblico e la fuga delle risorse anche straniere che rientrano nel paese di origine, sono aspetti preoccupanti quanto più ci si approssima allo stato di necessità imminente in pochi anni. A sollevare il problema oggi è stata l’Associazione medici di origine straniera in Italia. I dettagli.
Amsi: aumentata di più del 25% la fuga dei medici italiani e stranieri all’estero negli ultimi 3 anni
Parte dalla necessità di valorizzare e remunerare di più professionisti della sanità italiani e di origine straniera, la denuncia di Amsi. Una battaglia che ancora un volta si basa sulle opportunità, e con la quale l’Associazione ritorna sull’argomento denunciando la gravità della situazione sanitaria a livello nazionale e regionale per colpa della carenza dei medici specialisti ed infermieri.
“Purtroppo la Pandemia e la quarta ondata ha messo in evidenza qual’è la vera emergenza nella sanità in Italia, e quali sono state le colpe maggiori dei governi e dei politici in questi ultimi 10 anni a livello nazionale – ha dichiarato il Fondatore dell’Amsi -. È mancata l’azione politica a favore dell’ascolto, del confronto e della programmazione per avanzare soluzioni tempestive e concreti, anche per colpa della divisione permanente del mondo medico e dei professionisti della sanità: ognuno ha pensato di più a difendere il suo territorio d’azione che non sempre coincide con quello d’interesse nazionale”.
In relazione al fenomeno della carenza dei medici specialisti ed infermieri, l’associazione medici di origine straniera in Italia solleva da più di 10 anni il problema che in Italia servono 70 mila infermieri e 60 mila medici entro il 2026, per affrontare il ricambio legato al pensionamento, la carenza nella sanità pubblica e la fuga delle professionalità all’estero.
“Al proseguimento dello stato d’emergenza imposto dall’espandersi dell’epidemia Sars 2- Covid 19, e all’urgente necessità di mettere a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale, medici e professionisti sanitari in grado di assicurare gli interventi ospedalieri prodotti dall’emergenza, noi rispondiamo con una richiesta urgente, e cioè che 75.500 professionisti della sanità di origine straniera che già esercitano in regola in Italia di cui 10 mila medici e 15 mila infermieri possano essere messi nelle condizioni di sostenere concorsi senza cittadinanza in Italia – prosegue la nota di Amsi”.
L’Amsi ha per altro ricevuto più di 8.000 richieste di medici specialisti, infermieri e fisioterapisti negli ultimi 6 anni da tutte le regioni italiane sia dal pubblico che dal privato, l’evidenza dei dati associata inoltre all’aumento di più del 25% della fuga dei medici italiani e stranieri all’estero negli ultimi 3 anni e al fatto che numerosi concorsi vengono disertati dalla carenza degli specialisti, rendono legittima la richiesta di un decreto di legge nazionale e di inserire da subito nella milleproroghe.
I punti salienti sono in particolare:
- La conferma dell’applicazione da parte degli organi della Pubblica Amministrazione dell’accesso ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale, anche i cittadini di Paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o che siano titolari dello status di rifugiato ovvero dello stato di protezione sussidiaria;
- provvedere all’applicazione delle misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale conseguenti all’emergenza epidemiologica, con l’esercizio temporaneo di qualifiche professionali sanitarie ai professionisti che intendono esercitare sul territorio nazionale una professione sanitaria conseguita all’estero;
- Incaricare il Ministro della Salute di vigilare sull’applicazione da parte del Ministero della Salute, delle Regioni e delle Province Autonome delle disposizioni legislative relative all’ammissione ai pubblici concorsi di medici e professionisti sanitari abilitati a esercitare in Italia, a prescindere dal possesso della cittadinanza italiana.
Intanto tra le varie, sempre Amsi registra l’aumento dei professionisti della sanità provenienti dall’estero che desiderano lavorare in Italia ma sono frenati dalla burocrazia ed il periodo lungo per poter far riconoscere il titolo di laurea e la specializzazione, con un problema che resta e cioè quello che la Prof. Jessica Faroni, Consigliere Nazionale Acop, Presidente Aiop Lazio e vice presidente del movimento Uniti per Unire e e dell’UMEM, ha descritto come segue:
“Un fabbisogno calcolato male con le relative conseguenze, e per cui dobbiamo trovare una soluzione per evitare il collasso del sistema ed il burnout degli operatori sanitari”.
Medici e infermieri: quanti in Italia e all’estero ogni 1000 abitanti
In Italia ci sono 6,2 infermieri per ogni 1000 abitanti (inferiore della media europea del 25%), e ci sono 4,1 medici per ogni 1000 abitanti a confronto della media di 3,9 in Europa.
In un mese più del 210% di operatori sanitari contagiati di cui l’80% infermieri (più di 600 infermieri stranieri contagiati); più di 2000 infermieri e ossi si sono dimessi dal servizio pubblico, la maggioranza per colpa della sindrome Buornout, (In Inghilterra il 57% degli infermieri desidera lasciare il pubblico per colpa della pandemia).
Ma c’è di più, in Europa la media della paga mensile per gli infermieri è più di 2000 Euro (In Germania 2500 euro), invece in Italia circa 1400 euro e aumenta solo con l’anzianità e la super specializzazione.
“In Italia bisogna valorizzare e remunerare di più professionisti della sanità italiani e di origine straniera prima che sia troppo tardi – ha concluso la presidente Aiop”.
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