Beni culturali, l’Italia approva la convenzione sulle infrazioni. Franceschini: “Pene più severe”

Convenzione di Nicosia, Franceschini: "Il voto unanime ribadisce ruolo centrale della cultura per il Paese. Ora leggi più severe"

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Immagine di repertorio Canaledieci.it

Roma: via libero definitivo dell’aula della Camera con 376 voti favorevoli, nessun contrario e 2 astenuti, al disegno di legge di ratifica e ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali fatta a Nicosia.

Convenzione di Nicosia, Franceschini: “Il voto unanime ribadisce ruolo centrale della cultura per il Paese. Ora leggi più severe”

Al via la ratifica italiana della Convenzione di Nicosia. Mancava la firma dell’Italia all’entrata in vigore di questa importante Convezione, che era attesa da quando, a maggio 2017, era stato firmato a Cipro il trattato internazionale, promosso dal Consiglio d’Europa, che impegnava i Paesi aderenti a far sì che le proprie leggi proteggessero in modo efficace i beni culturali da danni, distruzione, furti, scavi illegali e traffico illecito.

Per ora 14 Stati, dei 47 membri del Consiglio d’Europa, hanno firmato la Convenzione di Nicosia (Cipro, Grecia, Armenia, Portogallo, San Marino, Italia, Slovenia, Ungheria, Russia, Ucraina, Montenegro, Lettonia e anche il Messico (che nel Consiglio è «Stato osservatore»).

Ma la convenzione non era ancora in vigore, perché era necessaria la ratifica di almeno cinque Stati. In attesa dell’Italia, a ratificare erano state intanto Cipro, Lettonia, Grecia e Messico.

“La ratifica con voto unanime da parte della Camera dei Deputati della Convenzione di Nicosia è un’ottima notizia – ha commentato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini – che ribadisce il ruolo centrale della cultura per il Paese. Negli ultimi anni, infatti, il Parlamento si è sempre pronunciato in modo concorde su tutti i grandi temi che riguardano la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale, dimostrando così quanto esso sia parte costitutiva della nostra identità e fattore di unione tra le diverse parti politiche”.

La ratifica della Convenzione implica ora seri obblighi da parte degli Stati aderenti, che sono tenuti ad assicurare norme efficaci e dissuasive, con pene detentive e pecuniarie adeguate, che riconoscano la specifica gravità criminale dei reati commessi a danno dei beni culturali. È quindi necessario che l’Italia adesso aggiorni le sue leggi, che al momento  risultano assolutamente inadeguate a fronteggiare e reprimere quei reati.

La Convenzione prevede che costituiscano reato diverse condotte in danno di beni culturali, tra cui il furto, gli scavi illegali, l’importazione e l’esportazione illegali, nonché l’acquisizione e la commercializzazione dei beni così ottenuti.

Con la ratifica si attende ora l’approvazione di nuove leggi più severe per i reati contro i beni culturali

Una proposta di legge firmata da Dario Franceschini e Andrea Orlando, intendeva riformare dalle basi le disposizioni penali vigenti, ed era già stata approvata dalla Camera il 18 ottobre 2018.

Passata al Senato il 6 novembre di quell’anno, non è stata più discussa. Ma finalmente nel 2021 è stata riproposta dal senatore Orlando.

La nuova legge intende inserire nel nostro Codice Penale, 19 articoli elencati nel testo della Convenzione e denominati: “Delitti contro il patrimonio culturale” e che, sommariamente, introducono nuove fattispecie di reato e prevedono pene più pesanti per quelli già previsti dal Codice dei Beni culturali e dal Codice penale.

Oggi il furto, l’appropriazione indebita, la ricettazione, il riciclaggio, l’autoriciclaggio e il danneggiamento dei beni culturali, sono sanzionati oggi con pene irrisorie.

Tra i nuovi reati previsti, ci sarebbero l’illecito impiego e alienazione di beni culturali, la contraffazione e il traffico organizzato di beni culturali, e sono anche previste, maggiori pene per qualsiasi reato comune qualora provochi danni gravi ai beni culturali e paesaggistici.

“Auspico adesso – ha concluso Franceschini – che anche l’iter del disegno di legge sull’inasprimento delle pene per i reati contro il patrimonio culturale, attualmente all’esame parlamentare, arrivi presto a una giusta conclusione”.

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