Aperto il reparto covid, diminuiscono i posti letto di Medicina: recarsi in ospedale solo per le urgenze. Personale sotto pressione da quasi due anni
Sono eroi in trincea da quasi due anni, spesso a combattere con armi spuntate, e anche in questo secondo Natale di pandemia il nostro pensiero va a loro. Al Grassi, ospedale di frontiera, il riaggravarsi dei contagi e l’apertura del reparto Covid che ha sottratto preziosi letti al già sottodimensionato reparto di Medicina, si impone maggiore rispetto per medici, infermieri e tecnici oltre che un’accortezza: rechiamoci al pronto soccorso quando ne abbiamo veramente bisogno.
Come avevamo annunciato (leggi qui), è stato avviato il reparto covid da 10 posti letto. Gli appelli a lasciare il “Grassi” non covid lanciati dai medici sono rimasti inascoltati. Un organico sottodimensionato e un ospedale dalle capacità di per sé risibili per un bacino di utenza di oltre mezzo milione di residenti, si è dovuto privare non solo di 30 posti letto di Medicina (ridotta così della metà) ma ha dovuto raddoppiare i turni di guardia per i medici di medicina d’urgenza e di terapia intensiva.
Con la riapertura dei posti covid, il Pronto soccorso è entrato subito in crisi per l’impossibilità di ricoverare i pazienti non-covid e quindi per l’ingolfamento nei trasferimenti ad altri ospedali. I malati covid sono in aumento esponenziale e molti arrivano in ospedale già con forme gravi: sono per la stragrande maggioranza soggetti che non si sono vaccinati. Anche in questo caso i dieci posti dedicati agli infetti in poche ore saranno esauriti e la giostra dei trasferimenti inizierà verso i covid hospital. La scelta di assistenza “mista” con letti ordinari in tanti ospedali, e tra questi il Grassi, forse non è la soluzione più corretta che a noi sembrerebbe quella di dedicare interi ospedali dividendoli tra covid e no covid.
L’assistenza territoriale ancora una volta mostra i suoi gravissimi limiti. L’esperienza trascorsa in questi due anni almeno a Ostia sembra non aver insegnato nulla. E tutta l’assistenza è di nuovo sulle spalle di chi dovrebbe occuparsi di altre emergenze, per esempio quelle di un territorio con il più alto indice di incidentalità stradale d’Italia.
Per questi e per tanti altri motivi è necessario che si ricorra al pronto soccorso per casi estremamente urgenti. Tra l’altro, si ricorda anche che da oggi, in relazione alle misure ancora più stringenti varate dal Governo per fronteggiare i contagi (leggi qui), sarà possibile entrare da accompagnatori o per far visita ai degenti delle strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e hospice soltanto ai soggetti muniti di Green Pass rafforzato e tampone negativo oppure con la vaccinazione della terza dose.