Conoscere l’Olio EVO nel Lazio: tutte le varietà e le caratteristiche

Olio EVO: il miglior laziale del mondo, il nuovo IGP e il futuro della produzione

Olio fantastico e dove trovarlo: parafrasando il titolo di un noto film di animazione per ragazzi, nella nostra regione sono sparse in ogni dove, coltivazioni di olivi per la produzione di oli straordinari e dalle altrettanto speciali caratteristiche e proprietà, che ogni anno si portano a casa riconoscimenti e premi internazionali. Ecco quali sono e dove vengono prodotti.

Olio EVO: il miglior laziale del mondo, il nuovo IGP e il futuro della produzione

L’olivicoltura e la produzione di olio nel Lazio rappresentano da sempre una delle principali attività del territorio, ricoperto da colture per circa 86mila ettari di superficie, e con oltre 300 frantoi, che danno oltre ventimila tonnellate di olio extravergine di oliva ogni anno. Questi il linea di massima sono i numeri totali, ma se dobbiamo parlare di top della produzione laziale il discorso cambia, anche se non di molto.

E’ un’impresa ardua, ma ci proveremo, menzionare tutte le migliori qualità di olio laziale, intanto perché sono molte, a partire dal prodotto IGP e fino agli oli monovarietali, con i quali proprio nel 2021, abbiamo ricevuto il titolo di olio d’oliva “Best of Italy”, per il monocultivar “Superbo” di Alatri (Frosinone). Uno straordinario riconoscimento internazionale, che non è il solo ottenuto quest’anno dall’olio di provenienza laziale.

Ma prima di affrontare il tema del monocultivar, decisamente attenzionato dai coltivatori, perché considerato il futuro della produzione italiana di olio, è intanto giusto fare chiarezza sulle diverse categorie di olio EVO: tra IGP, DOP, Monovarietale e Blend, con un focus sulla nostra regione.

La prima in elenco è quella indicata dall’acronimo IGP, che come ormai risaputo, significa Indicazione Geografica Protetta, ossia il marchio di qualità, assegnato ai prodotti agricoli o alimentari per i quali anche una sola fase del processo produttivo ha un legame con una precisa zona geografica di riferimento che conferisce unicità di prodotto.

Ebbene, per questo riconoscimento, la Regione Lazio, dopo aver combattuto a lungo, ha ottenuto proprio ad agosto di quest’anno la registrazione ufficiale sulla Gazzetta Europea, con la denominazione “Olio di Roma IGP”. Un olio ottenuto dai frutti dell’olivo delle varietà Itrana, Carboncella, Moraiolo, Caninese, Salviana, Rosciola, Marina, Sirole, Maurino Pendolino, Frantoio e Leccino per un minimo dell’80 %, e la produzione si estende nell’intera provincia di Viterbo e in numerosi comuni della provincia di Rieti, Roma, Frosinone e Latina.

Con un colore che va dal verde al giallo oro, l’Olio di Roma IGP, è caratterizzato da un gusto amaro e a tratti piccante, e un profumo oltre che il sapore, fruttato di oliva, ma con uno spiccato sentore di ortaggi quali il pomodoro e il carciofo, misto a note di mandorla ed erbe. Perfetto per condire tutto ma particolarmente le zuppe di verdure e legumi.

Gli oli DOP nel Lazio

Con il marchio DOP, si indicano invece le produzioni originarie di un luogo, di una regione o di un paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, ed ai suoi intrinseci fattori naturali e umani e le cui fasi di produzione si svolgono in una zona geografica delimitata. Sono produzioni, che in pratica devono dimostrare sia una tradizione consolidata oltre ad un legame inscindibile con il territorio di provenienza, che naturalmente, degli elevati standard qualitativi.

E nel Lazio a proposito di olive e olio, tutto questo e molto di più lo ha ottenuto nel 2005 l’olio EVO DOP della Tuscia, di un bel colore verde smeraldo, fresco e dal retrogusto amarognolo, e ottenuto da olive delle varietà Frantoio, Caninese e Leccino, presenti per almeno il 90% e coltivate nei comuni compresi nella provincia di Viterbo.

il Secondo EVO DOP, è dal 2010, l’olio delle Colline Pontine, prodotto in un’area – la provincia di Latina – di lunga tradizione olivicola, dove la coltivazione degli ulivi si sviluppoò a partire dal XVIII secolo, quando lo Stato Pontificio istituì un premio per la creazione di nuovi impianti. Quest’olio è ottenuto dalle varietà di olive: Itrana dal 50% al 100%, e Frantoio e Leccino, fino al 50%, e come per gli altri DOP Laziali è riconoscibile per il retrogusto erbaceo, di mandorla e di pomodoro verde, ma con un gusto meno amaro e piccante rispetto alle altre qualità.

L’extravergine Canino DOP dal 1996, proviene anch’esso dalla Provincia di Viterbo e in particolare da quei comuni sovrastati dal Monte Canino. E’ ottenuto con le varietà di olivo Caninese, Leccino, Pendolino, Maurino e Frantoio presenti, da sole o congiuntamente, fino al 100%. Fresco ed erbaceo dal bellissimo colore verde smeraldo, è adatto a condire praticamente ogni pietanza.

L’olio extravergine di oliva DOP della Sabina (anch’essa DOP dal 1996), avviene nel territorio della Sabina nelle province di Roma e Rieti, dove coltivazione e produzione di olio hanno una tradizione plurimillenaria, come testimoniano le migliaia di olivi secolari e le testimonianze storico archeologiche di età romana e pre-romana. Carboncella, Leccino, Raja, Pendolino, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago e Rosciola per almeno il 75% sono le varietà utilizzate per dare a questo prodotto il tipico colore giallo – verde con sfumature dorate, un profumo e sapore fruttato, ma anche vellutato, aromatico, dolce e amaro, e piccante negli oli freschissimi.

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Le qualità monocultivar: l’olio del futuro già diffuso tra gli intenditori

Il Lazio è caratterizzato da terreni collinari di origine vulcanica, prevalentemente tufaceo argillosi a nord e calcareo rocciosi a sud, che ospitano molte varietà autoctone, integrate da varietà tipiche dell’Italia centrale. Con ciascuna di queste varietà si possono ottenere degli oli monovarietali cioè ottenuti al 100% con una sola varietà, non confrontabili tra loro ed ognuno dotato di caratteristiche chimico-fisiche e sensazioni organolettiche che gli conferiscono una specifica tipicità territoriale e una peculiare identità. Gli oli monovarietali possono essere utilizzati in purezza, oppure in miscele, ovvero in ‘blend’. Ecco le varietà più diffuse.

Nella provincia di Roma e Rieti, e in particolare nel comprensorio della Sabina Reatina e Romana si è diffusa la varietà Carboncella, che al frantoio dà un risultato sopraffino: un olio, di colore verde intenso, è amaro e pungente di un buon fruttato armonico ed un buon contenuto in polifenoli e clorofille.

Sempre dalle stesse zone arriva l’olio monovarietale extravergine di Olivastrone che deriva dalla varietà autoctona Olivastrone, Olea europea sativa. L’oliva è una varietà che, da sola o associata alle altre varietà più diffuse sul territorio (Carboncella, Leccino, Raja, Frantoio, Moraiolo, Salviana, Olivago, Rosciola), offre un olio di eccellente qualità. Della zona Sabina romana e reatina, è anche la coltivazione della varietà Salviana. L’olio che ne deriva fa ormai parte, della storia e della cultura del territorio dove sono presenti olivi risalenti ai tempi dei Romani oltre a molte piante di Salviana datate al 1890.

La Provincia di Frosinone, è invece il territorio interessato alla produzione dell’olio monovarietale extravergine di Ciera, un olio, di colore verde brillante, caratterizzato da un sapore fruttato di media intensità, un gusto armonico che ricorda il frutto fresco e maturo con un retrogusto amaro di mandorlato. Le piante di olivo che si trovano nell’entroterra ciociaro, sono lì da tempo immemorabile (precedente al 1500), e sono tipiche delle aree mediterranee, e qui si trovano poste ad un’altitudine media di 300 metri, simile alle condizioni climatiche di origine e più idonee alla sua vegetazione.

Provincia di Latina e parte della provincia di Roma e Frosinone, proviene l’olio monovarietale di itrana, un buon fruttato armonico, gusto prevalentemente dolce, delicato e morbido con leggere note amare. Quest’oliva è apprezzata anche come alimento, in salamoia al naturale l’itrana è comunemente conosciuta come Oliva di Gaeta DOP.

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Dalla provincia di Frosinone (San Donato Valcomino, Atina), proviene l’olio extravergine monovarietale di Marina, una risorsa autoctona a rischio di erosione genetica, tutelata dalla L.R. 1marzo 2000 n. 15. E sempre dalla provincia di Frosinone e Roma, proviene anche l’olio monovarietale extravergine di Rosciola, leggermente velato, di colore giallo dorato con riflessi verdi. All’olfatto è di buona intensità e persistenza ed è caratterizzato da sentori di fruttato verde. I profumi principali sono di mela ed erba. Un olio dalla fluidità elevata, del quale non si può trascurare di dire che ha un’acidità al massimo dell’1% e all’assaggio non presenta assolutamente difetti.

La Sirole è infine una varietà autoctona della provincia di Roma, e in particolare del territorio di Sant’Oreste, dove si trovano gli unici appezzamenti su tutto il territorio nazionale sono presenti, infatti, solo alle falde del Monte Soratte. Questa varietà è una risorsa autoctona a rischio di erosione genetica, tutelata anch’essa dalla L. R. del 1 marzo 2000, n. 15 “Tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario”. L’olio monovarietale che ne deriva presenta fruttato leggero, dal sapore aromatico, colore dal giallo al verde chiaro, gusto equilibrato con sensazioni di dolce e leggermente piccante, per gli oli freschissimi.

Intanto il Lazio con 11 etichette, che hanno ricevuto il riconoscimento “Orii del Lazio – Capolavori del gusto”, il concorso promosso da Unioncamere Lazio, è già in testa come prima regione insieme all’Umbria nella selezione finale della XXX edizione dell’Ercole Olivario a gennaio del 2022. Ed è già un successo che va festeggiato con l’olio nuovo.

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