Dieci misure cautelari per associazione a delinquere: a capo un imprenditore di Anzio

Economia sommersa e frodi fiscali: scoperto giro d'affari nell'imprenditoria di Anzio. Consulente del lavoro certificava l’esistenza di crediti fittizi di 27 società

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Foto di repertorio

Anzio: un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di 40 soggetti, è stata eseguita dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma. Sequestrati beni per un valore di oltre 35 milioni di euro. Le indagini avviate tre anni fa, hanno fatto emergere l’attività illecita di un imprenditore di Anzio, che aveva consentito a diverse società della zona di evadere le imposte sui redditi.

Economia sommersa e frodi fiscali: scoperto giro d’affari nell’imprenditoria di Anzio. Consulente del lavoro certificava l’esistenza di crediti fittizi di 27 società

Per un totale di 40 soggetti, indagati dalla Procura della Repubblica veliterna per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta, riciclaggio e auto-riciclaggio, è stata emessa un’ordinanza dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri, eseguita dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma.

Per tali reati, in particolare due uomini sono finiti in carcere, mentre per un altro soggetto sono stati disposti gli arresti domiciliari. Dei 40 indagati, 4 uomini sono stati sottoposti ad obbligo di firma e per 3, sono disposti provvedimenti interdittivi.

Il provvedimento arriva al termine di lunghe indagini avviate nel 2019 dalla Compagnia di Nettuno e coordinate dal II Gruppo di Roma, da cui è emersa l’attività illecita di un imprenditore di Anzio il quale, grazie a professionisti compiacenti, aveva ideato un pacchetto “chiavi in mano” che ha permesso a diverse società della zona di evadere le imposte sui redditi, l’IVA, l’IRAP e i contributi previdenziali.

I fatti

Maxi operazione svolta dalla Guardia di Finanza di Roma a contrasto dell’economia
sommersa e delle frodi fiscali.

Gli accertamenti sono partiti a seguito della scoperta nel 2019, che alcune imprese, seguite dallo stesso studio di consulenza, avevano presentato le dichiarazioni ai fini dell’IVA con l’indicazione di costi mai sostenuti, al fine di maturare consistenti crediti d’imposta da utilizzare, una volta apposto il visto di conformità, per abbattere altre posizioni debitorie.

I successivi approfondimenti, avvenuti anche tramite diverse intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di appurare come l’imprenditore – cui erano di fatto riconducibili varie cooperative operanti nel settore dei servizi di facchinaggio – fosse in rapporti di affari con un consulente del lavoro, che, dietro lauto compenso, certificava l’esistenza di crediti in realtà fittizi.

Il sistema fraudolento orchestrato si è rivelato molto redditizio per questo i due avevano deciso di allargare lo spettro di azione, incaricando una rete di collaboratori di individuare altre imprese. Ben 27 le imprese risultate dall’indagine, come intenzionate a conseguire indebiti risparmi fiscali e previdenziali.

Il modus operandi dell’organizzazione, si era addirittura adeguato, dopo l’adozione, da parte del Governo, di specifiche misure finalizzate al contrasto del fenomeno dei falsi crediti IVA. E l’attività si era poi avvalsa anche del supporto di un altro commercialista “specializzato” nella creazione di inesistenti crediti tributari derivanti da progetti di ricerca e sviluppo parimenti fittizi.

In tal modo, le aziende che avevano aderito alla truffa, hanno potuto beneficiare di notevoli risparmi ai danni dei lavoratori e delle imprese concorrenti. Tali profitti venivano poi “ripuliti” e reinvestiti nell’acquisto di immobili ed aziende, tra cui due ristoranti, intestati a “teste di legno”, per lo più familiari. Tra le aziende scoperte, numerose società, soprattutto dei settori della logistica e delle pulizie.

Sequestrati, ai fini della successiva confisca immobili, società, disponibilità finanziarie, gioielli, orologi di pregio e autovetture di lusso per un valore di oltre 35 milioni
di euro.

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