Ostia, continua la devastazione della costa. Federbalneari Lazio: "Mareggiata di stagione trasformata in un’arma letale per spiaggia e strutture sottoflutto"
Ostia: continua l’opera distruttiva delle mareggiate a danno delle strutture balneari del litorale già duramente ridotte dopo i crolli dei giorni scorsi. Nella giornata di ieri e fino a stanotte, l’effetto erosivo delle onde e la forza del vento di cui l’allerta meteo aveva preavvisato, hanno proseguito a far crollare le parti più esposte e fragili dello storico stabilimento Kursaal su Lungomare Lutazio Catulo.
Le foto che mostriamo, quasi inutili da commentare testimoniano come giorno per giorno il mare stia portando via tutto quanto incontra, in una “nuova” traiettoria e modalità che è stata più volte imputata al posizionamento della scogliera nella zona della Nuova Pineta-Pinetina che ha moltiplicato l’effetto distruttivo delle onde (leggi qui).
Il bollettino fotografico dei danni di oggi riguarda infatti anche i nuovi crolli avvenuti alla Nuova Pineta e Pinetina. Nelle foto in basso è purtroppo ben visibile l’erosione del mare, mai così profondo da trent’anni.
In una nota trasmessa oggi, preoccupazione mista a rabbia e stupore per la posizione assente della Regione Lazio sulla gravosa questione sono state espresse da Laura Corrotti, consigliere Lega Regione Lazio e vicepresidente Commissione Bilancio:
“L’allarme crolli negli stabilimenti balneari, metri di spiaggia spazzata via dalle mareggiate degli ultimi giorni a Ostia e il conseguente danno alle nostre imprese non sembra preoccupare la Regione Lazio. In attesa che anche il Comune di Roma intervenga in difesa del litorale, mi farò portavoce di questo tema in Consiglio regionale del Lazio nel corso della discussione della prossima legge di stabilità con atti a tutela di oltre venti chilometri di costa della Capitale”.
Intanto mentre tutto questo accade inesorabilmente, la Federbalneari Lazio ha trasmesso e pubblicato al Presidente della Regione Lazio Nicola Nicola Zingaretti, al Vicepresidente Daniele Leodori , e all’ assessore ai Lavori pubblici e tutela del territorio Mauro Alessandri, una lettera aperta:
“Cari Amici, da tempo ci chiediamo quale idea avete del “Mare di Roma”? Quando parlate di rilancio turistico a cosa pensate? Quando aprite cantieri e progettate opere di difesa della costa a quali certezze scientifiche vi ispirate? Perché perseverare in errori irreversibili? Perché generare scientemente erosione?
Ad Ostia in questi giorni abbiamo visto, come previsto, il trasformarsi di una mareggiata di stagione in un’arma letale per spiaggia e strutture sottoflutto a causa della spinta dei nuovi pennelli messi in acqua e progettati per proteggere unicamente due strutture a danno di noi tutti. Ancora una volta apprendiamo con preoccupazione e sconcerto da notizie di stampa del rilancio di un progetto di difesa della costa devastante per il mare di Roma, quello degli otto pennelli firmato dal Professor Leopoldo Franco e archiviato nel 2014 a seguito della valutazione dei danni che avrebbe prodotto alle ultime spiagge di Levante della nostra città, comprese quelle di Capocotta e Castelporziano, Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, ribadiamo: aree naturali protette, siti di interesse comunitario (Sic e Zps). Patrimonio UNESCO.
È dal 2014 che per quanto riguarda il litorale di Ostia Levante chiediamo un piano di difesa della costa sostenibile paesaggisticamente, ambientalmente ed economicamente. Lo stesso anno in cui si avviarono richieste di trasformazione in tal senso anche delle strutture pesanti presenti sulle spiagge da Ponente a Levante, stiamo parlando della demolizione e riconversione del tanto vituperato “lungo muro” di Ostia, richieste inevase che giacciono ancora nei vostri cassetti.
Oggi più di ieri riteniamo questa nostra richiesta improcrastinabile, in linea con le nuove politiche di “Transizione ecologica” affinché esse non restino uno sterile slogan politico: sono i cambiamenti climatici a chiederci responsabilità e rispetto del futuro delle nuove generazioni. Sono le peculiarità del nostro territorio a chiedercelo: spiagge, piccola pesca, attività sportive. Non possiamo più pensare di andare incontro ad un mare che avanza con un muro di ipocrisie e cemento. Altri soldi pubblici da gettare in mare? Oppure opere fondamentali per la rigenerazione della costa di Ostia, per un lungomare degno della Capitale, patrimonio della città? Perché non opere ambientalmente ed economicamente sostenibili in partnership con le imprese?
Diciamolo alla città che nei vostri cassetti è seppellito dal 2014 anche un progetto di partenariato. A chi giova tutto questo attendismo che procura danni e urgenze? Oggi come allora torniamo di nuovo a stigmatizzare la mancanza di dialogo con le categorie interessate, con i pescatori, con i balneari tutti, con gli ambientalisti, con la città da parte della Regione Lazio. Perché?
Alla luce delle complesse situazioni costiere che stanno devastando il litorale romano, rinnoviamo la richiesta di fermare immediatamente ogni ulteriore cantierizzazione che sta procurando danni irreversibili alla residuale costa sabbiosa ed ai fondali di Levante; rilanciamo l’urgenza di un confronto e rinnoviamo la nostra disponibilità per quanto ci compete. Con i nostri migliori saluti. Marco Maurelli“
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