Civitavecchia, la Polizia educa all’uso dei social

"Una vita da social", giunta alla nona edizione, farà tappa nella cittadina portuale con il proprio truck multimediale domani, mercoledì 1 dicembre a partire dalle 9 presso il piazzale interno al porto

Educare i giovani all’uso della rete e dei social, per uno sfruttamento corretto e consapevole che eviti ogni tipo di devianza e di pericolo collegato all’utilizzo degli strumenti “online”, sempre più in voga all’interno delle nuove generazioni.

“Una vita da social”, giunta alla nona edizione, farà tappa nella cittadina portuale con il proprio truck multimediale domani, mercoledì 1 dicembre a partire dalle 9 presso il piazzale interno al porto

Arriva domani – mercoledì 1 dicembre – alle ore 9 con questo scopo nel Comune di Civitavecchia, “Una vita da social”, la più importante campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia di Stato nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete rivolte ai minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito del progetto “Generazioni Connesse”.

La manifestazione farà tappa con il truck di “Una vita da social” – evento giunto alla sua nona edizione – presso il piazzale interno al porto di Civitavecchia, nell’area antistante Porta Livorno.

Si inizierà con l’accoglienza degli studenti da parte del personale del Compartimento Polizia Postale di Roma e della Questura di Roma.

Intorno al truck saranno posizionati altri mezzi e uomini rappresentativi delle diverse competenze della Polizia di Stato, tra i quali il Reparto Cinofili, il Reparto a Cavallo, la Polizia Scientifica ed atleti delle Fiamme Oro.

Si tratta di un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni che, nel corso delle precedenti edizioni, ha raccolto un grande consenso: gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 2 milioni e mezzo di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 220.000 genitori, 125.000 insegnanti per un totale di 18.500 Istituti scolastici e oltre 350 città sul territorio.

L’obiettivo è principalmente fare in modo che il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non faccia più vittime, prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’utilizzo della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/ potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo.

Il truck, dotato di un’aula didattica multimediale, attraverserà poi l’Italia da nord a sud, con gli operatori della Polizia Postale che incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età.

Oggi i ragazzi attivano legami, e coltivano amicizie attraverso i social-network, con comunicazioni spesso inaccessibili a genitori ed educatori. Per una prevenzione efficace è indispensabile mantenere aperto un canale di comunicazione con i ragazzi e comprenderne i bisogni ed i modelli di riferimento.

In particolare, durante questo lungo periodo di isolamento forzato dei giovani determinato dalla pandemia, l’utilizzo degli smartphone e della Rete in generale, ha costituito l’unica possibilità di mantenere rapporti con amici e compagni di scuola, seppure a distanza.

E spesso l’utilizzo smodato di internet e delle varie app sta mostrando conseguenze negative. Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale, cosi come l’idea di sentirsi “anonimi”, nonché il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno aumentando a dismisura, tanto da determinare serie preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri condivisi.

Nelle passate edizioni di “Una Vita da Social” sono inoltre emersi altri fattori interessanti che spesso i Millennials e la Gen Z tengono ben segreti.

“Una vita da social” snocciola alcuni dati interessanti su cui riflettere

Si evidenzia come 1 ragazzo su 3, sul proprio social preferito, possiede un account falso; sono circa il 28% quelli che dichiarano di averne uno oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5% è presente ma solo con un fake. Molti si chiedono il motivo della necessità di avere questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%). Non manca anche chi sfrutta i fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%).

Quello che lascia sgomenti è che molti ragazzi vivono per i like. Per 1 su 3 difatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sul tono dell’umore. Mentre il 40%, a volte, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance. Su una cosa, invece, i giovani sono tutti accordo: il controllo di chi commenta, condivide o clicca “mi piace” sui propri contenuti. Solo 1 su 6 dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la cosiddetta “guerra dei like” si costruiscono amicizie e rapporti personali.

I risultati conseguiti durante le campagne educative dagli operatori della Polizia Postale nelle scuole di ogni ordine e grado, chiariscono la centralità delle attività di prevenzione. Internet è sempre più uno strumento presente nella quotidianità dei ragazzi e che rappresenta una straordinaria opportunità di informazione, apprendimento e svago, che aiuta i giovani in tantissime attività. Ma ogni mezzo, oltre ai vantaggi, ha anche dei difetti: violenza, razzismo, pornografia, pedofili in agguato dietro chat e la polizia vuole sensibilizzare le “next generations” per imparare a proteggersi da tutto questo.

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