Al “Maradona” il Napoli di Spalletti cala il poker e si prende la vetta solitaria della Serie A. La Lazio, colpita a freddo, si arrende dopo solo dieci minuti di gioco. I biancocelesti ora sono ottavi in classifica. All’Olimpico una Roma di carattere reagisce alle difficoltà del momento e centra il terzo successo consecutivo. Esulta Mourinho: “È una vittoria importante, fa bene all’anima della squadra”.
Il Napoli stravince il big match contro la Lazio (4-0). La Roma fa felice Mourinho: Toro domato 1-0
La quattordicesima giornata di Serie A si è chiusa ieri sera con il big match Napoli – Lazio. La vittoria degli azzurri ha certificato una nuova capolista assoluta nel nostro campionato, complice anche l’inattesa sconfitta casalinga del Milan contro il Sassuolo (1-3). Terza l’Inter che non stecca a Venezia e accorcia sui rossoneri. Al quarto posto continua a correre l’Atalanta che grazie a Zapata sbanca Torino nello scontro diretto con la Juventus. Resta in scia la Roma di Mourinho con una prova di carattere contro il Torino. Fiorentina, Juventus e Lazio inseguono a quota 21, raggiunte anche da un sorprendente Bologna.
Napoli – Lazio
La supersfida del “Maradona” è rimasta tale forse solo per i primi dieci minuti di gioco: semplicemente troppo Napoli per una Lazio ancora non all’altezza. Il ritorno a casa di Sarri si è trasformato fin da subito in un film horror, una di quelle serate che vorresti passassero in fretta e che invece, cronometro alla mano, sei costretto a subire per altri ottanta minuti almeno.
Che sarebbe stata una serata particolare a Napoli, nella settimana del ricordo di Maradona, lo si è capito fin da subito. L’atmosfera, tanto in campo quanto sugli spalti, è difficilmente spiegabile a parole, così come però è altrettanto di difficile spiegazione l’approccio alla gara della Lazio.
Neanche il tempo di vedere tradotto sul campo il piano-gara di Maurizio Sarri che il Napoli trova il vantaggio. L’incursione centrale di Mertens catalizza l’attenzione di tutta la difesa biancoceleste, sul contrasto la palla rimane buona per Zielinski che di prima fulmina Reina. La Lazio accusa il colpo come già accaduto in passato e si scompone. Passano due minuti e Mertens si esalta di nuovo: mette a sedere due difensori con una finta di corpo e deposita in rete aprendo il piatto. Prova a scuotersi la Lazio e poco dopo la metà del primo tempo arrivano le due occasioni più pericolose del match: prima Luis Alberto trova la risposta di Ospina, poi, sul calcio d’angolo successivo, la girata di Acerbi scheggia la traversa. Giusto il tempo di alzare la testa nel tentativo di riaprire la gara che Mertens, ex pupillo di Sarri, si inventa la magia che chiude moralmente i conti. Servito da Lozano al limite dell’area il “Ciro” di Napoli disegna una parabola di interno destro che termina sotto l’incrocio opposto. Tre a zero e gara virtualmente chiusa.
La Lazio soffre sotto tutti i punti di vista. Il centrocampo viene costantemente messo in mezzo dalle combinazioni nello stretto degli uomini di Spalletti, le uscite sono in ritardo e il pressing viene perennemente saltato. Il dominio del gioco ce l’ha il Napoli, anche nei primi minuti del secondo tempo quando saggiamente decide di abbassarsi per sfruttare le ripartenze in campo aperto. A conferma della serata storta dei biancocelesti al 75esimo Pedro alza bandiera bianca e chiede il cambio (da valutare le condizioni dello spagnolo). Gli ultimi dieci minuti riservano anche lo smacco dei reiterati “olé” del pubblico di casa ad esaltare le uscite dal basso in bello stile dei giocatori azzurri. In una delle ultimissime ripartenze Fabian Ruiz serve il poker con la specialità della casa: mancino a giro sul secondo palo. L’arbitro Orsato evita di prolungare l’agonia e non concede recupero. Brutto stop per la Lazio contro il miglior Napoli della stagione. A preoccupare, se possibile ancor di più del risultato finale, la prestazione in campo degli uomini di Sarri che scivolano in ottava posizione in Serie A.
Mal di trasferta
Tra i tanti aspetti su cui si dovrà lavorare nel corso di questa stagione c’è sicuramente il rendimento della squadra lontano dall’Olimpico. Nelle ultime undici trasferte in Serie A il successo è arrivato in una sola occasione, poi due pareggi e otto sconfitte considerando quella di ieri. In questo campionato la Lazio ha vinto lontano dalla Capitale solamente nella gara d’esordio contro l’Empoli il 21 agosto, poi sono arrivati i due pareggi contro Torino e Atalanta e le quattro sconfitte: Milan, Bologna, Verona e Napoli.
Nelle sette trasferte in questa Serie A gli uomini di Sarri hanno segnato 7 gol subendone 17, il più delle volte contro avversarie di livello inferiore. Dalla cura di queste mancanze passerà una buona parte delle ambizioni future dei biancocelesti.
Le Parole
Lucida e severa l’analisi di Sarri: “La squadra aveva fatto dei passi in avanti poi, come è solita fare dopo qualche partita, viene fuori una gara così. Siamo andati in difficoltà perenne e abbiamo sbagliato l’approccio alla partita. Non abbiamo avuto determinazione. A Napoli si può perdere, ma non così. Il problema è la disattenzione, vedo una squadra che fa fatica a stare su livelli di applicazione forti: non è ammissibile”.
A metterci la faccia a fine gara anche il capitano Immobile, autore di una prestazione opaca: “Dobbiamo chiedere scusa a tutti i tifosi. Non c’è bisogno di parlare della partita, dobbiamo rialzare la testa. Facciamo fatica a trovare continuità e abbiamo avuto ancora un atteggiamento sbagliato. Il Napoli ha capito l’importanza di vincere, noi no”.
Il Tabellino
NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Koulibaly, Rrahmani, Mario Rui (42′ st Ghoulam); Lobotka, Fabian Ruiz (42′ st Malcuit); Lozano (19′ st Elmas), Zielinski (28′ st Demme), Insigne; Mertens (19′ st Petagna). A disposizione: Meret, Marfella, Juan Jesus, Manolas. Allenatore: Spalletti
LAZIO (4-3-3): Reina; Patric (1′ st Lazzari), Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj; Milinkovic (16′ st Basic), Cataldi (30′ st Leiva), Luis Alberto; Felipe Anderson (11′ st Zaccagni), Immobile, Pedro (30′ st Moro). A disposizione: Strakosha, Adamonis, Radu, Vavro, Akpa Akpro, Escalante, Muriqi. Allenatore: Sarri
ARBITRO: Orsato di Schio
MARCATORI: 7′ pt Zielinski, 10′ pt Mertens, 29′ pt Mertens, 40′ st Fabian Ruiz.
NOTE: Ammoniti: Di Lorenzo, Demme (N); Luiz Felipe, Patric, Zaccagni (L). Recupero: 1′ pt, 0′ st
Roma – Torino
Nel match del tardo pomeriggio la Roma di Mourinho vince con determinazione e carattere contro un buon Torino e sfrutta al massimo il turno favorevole di Serie A recuperando terreno sul Milan e staccando Juventus e Lazio. I giallorossi, spinti dai 45mila tifosi dell’Olimpico (arrivato al sesto sold out stagionale), riescono a superare le difficoltà iniziali di formazione e a sopperire all’infortunio dopo pochi minuti di gioco di Lorenzo Pellegrini, capitano e leader della squadra plasmata da Mourinho, con una gara tatticamente molto prudente.
Il dato del possesso palla finale fotografa alla perfezione l’andamento del match: 31% Roma e 69% Torino. I giallorossi accettano fin dal primo minuto il palleggio degli uomini di Juric chiudendosi all’interno della propria metà campo senza concedere occasioni pericolose. La tattica di Mourinho per eludere la pressione uomo-uomo a tutto campo del Torino prevede lo sfruttamento dell’asse Rui Patricio – Abraham. I rilanci del portiere portoghese superano il centrocampo e innescano le combinazioni offensive tra l’attaccante inglese e Nicolò Zaniolo, alla seconda grande prova consecutiva dopo quella in Conference League. Alle loro spalle, il supporto di un Mkhitaryan sempre più padrone della metà campo e di El Shaarawy, elogiato ancora una volta dal tecnico a fine partita per l’atteggiamento. Dopo tante potenziali occasioni non costruite fino in fondo, al 32esimo la Roma passa: Mkhitaryan trova spazio per vie centrali e serve un pallone all’interno dell’area di rigore, il velo di Zaniolo ad alta velocità disorienta la difesa granata e favorisce Abraham che si gira e deposita in rete. Cinque minuti più tardi la Roma combina ancora bene ed El Shaarawy viene steso in area: per Chiffi è calcio di rigore. Tutto pronto, Abraham sul dischetto, ma il VAR interviene e, dopo un check durato sei minuti, annulla a causa di un fuorigioco dell’attaccante ad inizio azione. Si resta 1-0.
La ripresa segue lo stesso canovaccio tattico del primo tempo: il Torino prova, senza troppo successo, a capitalizzare il dominio del campo; la Roma si chiude per innescare gli strappi di Zaniolo in campo aperto. I giallorossi vanno vicini in un paio di occasioni al gol del raddoppio che concederebbe un po’ di serenità ulteriore, ma con il passare dei minuti la stanchezza dei singoli si tramuta in imprecisione. Nella fase finale Juric ricorre alla panchina inserendo tutti i calciatori offensivi a disposizione. La difesa della Roma però tiene fino al fischio finale aiutata in particolare da un ottimo Smalling: nelle cinque occasioni in cui l’inglese è partito titolare in questa stagione la Roma ha subito solamente un gol. Soddisfatto Mourinho che centra la terza vittoria consecutiva in una partita dura e dispendiosa, sia da un punto di vista fisico che mentale, che ha messo in mostra il carattere della squadra.
Quando nasce un amore
I sorrisi e l’ottimismo ritrovato intorno alla Roma portano anche e, forse, soprattutto il volto di Abraham e Zaniolo. Il feeling in campo tra i due ragazzi è evidente, così come la crescita delle prestazioni di entrambi da quando possono sfruttare l’uno le caratteristiche dell’altro. Mourinho li ha provati insieme come coppia d’attacco per la prima volta giovedì scorso e, soddisfatto dalla risposta ottenuta, gli ha dato fiducia anche ieri. Nei 160 minuti che hanno condiviso sul terreno di gioco tra Zorya e Torino, Abraham ha segnato due gol, mentre Zaniolo ha messo a referto un assist (proprio per l’inglese) e ha ritrovato la rete dopo tre mesi.
Per caratteristiche e funzioni in campo la coppia sembra essere assortita alla perfezione: Zaniolo parte leggermente dietro sfruttando lo spazio a disposizione e le sponde del compagno, Abraham invece trae vantaggio dall’avere un altro giocatore vicino in grado di impensierire e distrarre i difensori avversari. Adesso sarà compito di Mourinho trovare un modo per dare continuità a questa coppia.
Le Parole
A margine del successo ottenuto, un soddisfatto José Mourinho ha commentato la gara: “Ho visto una squadra solida e compatta, sono molto contento di questi tre punti. Mi piace vincere così, 3-0 o 4-0 fa bene al cuore però per l’anima di una squadra un risultato così è più importante. Abbiamo i nostri limiti ma stiamo imparando a rendere i problemi una forza, a non piangere ma a trovare soluzioni. Non è la partita della svolta, ma è utile per creare un certo tipo di mentalità”.
Poi la chiosa su alcuni singoli: “Smalling è un giocatore top con grande esperienza che dobbiamo gestire per evitare infortuni. Mancini e Ibanez sono stati solidi. Non ho mai visto Karsdorp giocare così bene. Pellegrini purtroppo sarà fuori qualche settimana”.
Il Tabellino
ROMA (3-5-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Pellegrini (15′ pt Carles Perez) (48′ st Kumbulla), Diawara, Mkhitaryan, El Shaarawy (43′ st Viña); Zaniolo, Abraham. A disposizione: Boer, Fuzato, Reynolds, Bove, Darboe, Felix, Borja Mayoral, Shomurodov, Zalewski. Allenatore: Mourinho
TORINO (3-4-2-1): Milinkovic; Djidji (1′ st Zima), Bremer, Buongiorno (31′ st Baselli); Singo, Lukic, Pobega, Vojvoda (31′ st Zaza); Praet (31′ st Pjaca), Brekalo; Belotti (34′ st Sanabria). A disposizione: Berisha, Gemello, Aina, Izzo, Kone, Linetty, Rincon. Allenatore: Juric
ARBITRO: Chiffi di Padova
MARCATORE: 32′ pt Abraham
NOTE: Ammoniti: Ibanez, Kumbulla (R); Zima (T). Recupero: 6′ pt, 3′ st.
Michele Gioia