Caccia ai cinghiali, Legambiente: “No ai fucili nei Parchi di Roma”

L'associazione ambientalista ha evidenziato come sia da irresponsabili mettere a rischio l'incolumità dei cittadini consentendo ai cacciatori di imbracciare le armi per sparare nei Parchi.

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Foto di repertorio

Dura presa di posizione di Legambiente che si scaglia contro la caccia ai cinghiali nelle aree protette della Capitale.

No ai fucili nei Parchi di Roma!“. L’associazione ambientalista ha evidenziato come sia da irresponsabili mettere a rischio l’incolumità dei cittadini consentendo ai cacciatori di imbracciare le armi per sparare nei Parchi.

La scorsa estate, infatti, la Regione Lazio nel collegato al Bilancio, aveva aperto alla possibilità di sparare alla fauna selvatica all’interno dei Parchi per contenere le specie in sovrannumero, un provvedimento già allora duramente contrastato da Legambiente.

Ora che in alcune aree protette, come quella di Lago Lungo Ripasottile nell’area nord di Rieti, si starebbe concretizzando questa opzione, l’associazione ha voluto ribadire la sua netta contrarietà alla caccia ai cinghiali nei Parchi.

La Regione  – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – ha sbagliato ad aprire alla caccia nelle aree protette per contenere le specie in sovrannumero, e sarebbe ancor più sbagliato e da irresponsabili consentirlo nei parchi di Roma, mettendo a rischio le persone che ne fruiscono a piedi o in bici, consentendo ai cacciatori di imbracciare le armi per sparare.

Al contrario poi di quanto sostiene qualcuno, ingiustificatamente e in maniera del tutto pretestuosa, – prosegue Scacchi – se c’è un ente che sta facendo un gran lavoro positivo per il contrasto alla presenza eccessiva di cinghiali, è proprio RomaNatura con il suo presidente Maurizio Gubbiotti, che in questi anni, durante i quali non è praticamente esistito un assessorato all’Ambiente del Comune, è stato e continua ad essere il vero protagonista positivo delle politiche a tutela del verde, della natura e della biodiversità nella Capitale”.

Legambiente sottolinea inoltre come il numero di cinghiali in eccesso sia enorme, anche e soprattutto a causa delle carenze nella gestione dei rifiuti nella Capitale, oltre che ad imperdonabili errori protratti negli anni nel mondo venatorio.

Errori madornali come questi, impongono tempi lunghi per ottenere risultati, tempi che potrebbero essere ridotti se si collaborasse tutti nella stessa direzione: invece il protocollo firmato da Legambiente, Federparchi, Regione e Coldiretti, che prevedeva la cattura dei capi in sovrannumero nelle aree protette, é rimasto fino ad oggi solo su carta perché Coldiretti intanto, con il suo presidente regionale Granieri, non fa altro che chiedere solo i fucili dentro i Parchi di Roma, la caccia e nulla più, a tal punto che viene da chiedersi se gli interessi che si vogliono difendere sono quelli degli agricoltori oppure di altre categorie“. – conclude Scacchi.

Sulla questione è intervenuta anche Ecoitaliasolidale.

Ancora cinghiali a spasso per le vie della Capitale – dichiarano in una nota Piergiorgio Benvenuti, Presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale e Cinzia Caruso, Responsabile Nazionale Difesa e benessere degli animali di Ecoitaliasolidale – Quest’oggi cinque esemplari sono stati avvistati a Villa Mazzanti, area verde in via Gomenizza. Fortunatamente in questa occasione si è evitata una “condanna a morte sommaria”, come quella avvenuta in zona Aurelia il 16 ottobre dello scorso anno, quando la polizia provinciale eliminò una mamma di cinghiale con i suoi cuccioli, dopo essere stati rinchiusi nel giardino Mario Moderni.

In questa occasione  – proseguono gli esponenti di Ecoitaliasolidale – si è evitata la sommaria soppressione, la traumatica cattura con le gabbie e probabilmente si è scelta la soluzione di facilitare l’uscita dei cinghiali verso i sentieri naturali della Riserva di Monte Mario. Certamente si è evitato la crudeltà della soppressione, ma in questo modo si sarebbe scelto di non decidere. Infatti gli stessi cinghiali potrebbero ben presto ritornare nel centro abitato, mettendo in pericolo i cittadini e loro stessi.

Comunque è necessario conoscere, con la massima trasparenza e nei dettagli, quale soluzione è stata adottata. Chiediamo alla neo Amministrzione di Roma Capitale di invertire la tendenza rispetto al fallimentare tema dei rifiuti e della pulizia della città, procedere con programmi di adeguata manutenzione del verde e dei parchi cittadini. Altrimenti il problema dei cinghiali liberi nella città risulta solamente rimandato”. – concludono Benvenuti e Caruso.

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