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Ostia, vandalizzato il banchetto di libri: i teppisti odiano la cultura

E’ più di un atto di vandalismo quello consumato ai danni del banchetto di libri di piazza Scipione l’Africano

I teppisti odiano la cultura. Al pari dei regimi dittatoriali e della Chiesa d’altri tempi. I libri vanno distrutti, messi al rogo, vandalizzati. Perché è tra quelle pagine che si formano le coscienze e crescono i giudizi.

E’ più di un atto di vandalismo quello consumato ai danni del banchetto di libri di piazza Scipione l’Africano

E’ molto più di un atto vandalico quello che è stato consumato la notte scorsa in piazza Scipione l’Africano, sul lungomare. Ignoti hanno preso di mira il banchetto di libri che gli emuli e continuatori del compianto Piero Patriarca, fondatore del movimento “La forchetta” (leggi qui), da settimane tengono con umiltà e con grande dignità.

Un banchetto di libri povero, come poveri sono gli allestitori. Ma curato. I libri raccolti da donazioni e da svuotacantine, sono esposti per la vendita a offerta libera, non già per un obiettivo economico – che al massimo può essere quello della sopravvivenza – bensì per lo scopo di divulgare bellezza, conoscenza, contenuti.

Certo, quell’impresa è abusiva da sempre. Gli allestitori non hanno concessioni o licenze amministrative, ma da quando il diffondere sapienza, la cultura del riuso, la conoscenza circolare, deve sottostare alle rigide regole dei permessi? E’ il principio di qualsiasi rivoluzione (in questo caso assolutamente incruenta), della evoluzione, dell’affrancamento dal controllo da parte dei poteri forti.

Ecco, chi la notte scorsa ha scoperchiato prima i teli di plastica messi a protezione dei volumi e poi ha sbaraccato il banchetto gettandoli a terra, calpestandoli, stracciandoli, esponendoli alla pioggia e quindi rendendoli irrecuperabili, odia tutto questo. Ha orrore della cultura e alimenta la miseria umana. Qualcuno dovrebbe indignarsi e noi siamo i primi a farlo.