Elezioni, dal litorale al Campidoglio: le preferenze di chi ce la può fare

Buona riconferma per Bordoni e Ferrara, in bilico gli esordienti Paoletti e Masi. Falliscono Zaccaria, Di Giovanni e Del Greco

Davide Bordoni Paolo Ferrara

Come avviene sempre più frequentemente nelle elezioni amministrative, una nutrita pattuglia di candidati parte dai quartieri del litorale romano alla conquista di un seggio nell’aula di Giulio Cesare. Gli obiettivi sono molteplici, dalla vanità personale, al desiderio di rappresentare le istanze della comunità della periferia marittima all’opportunità di crescita in un’eventuale carriera politica.

Buona riconferma per Bordoni e Ferrara, in bilico gli esordienti Paoletti e Masi. Falliscono Zaccaria, Di Giovanni e Del Greco

Non sempre, ovviamente, si riesce nell’obiettivo di essere eletti. Così, dopo le elezioni, è tempo di fare bilanci rispetto al voto e alle preferenze raccolte. Per qualcuno è andata come previsto, per altri è andata male e per alcuni sarà necessario aspettare l’esito del ballottaggio per capire se l’obiettivo è stato raggiunto. Eh già, perché a seconda dello schieramento vincente, scatterà il premio di maggioranza che consiste in un aumento delle quote di consiglieri spettanti ai supporter del nuovo sindaco (leggi qui).

Le conferme

Il cambio di casacca non ha penalizzato Davide Bordoni, passato da Forza Italia alla Lega. L’ostiense doc (è nipote di Giulio, fotografo degli anni Trenta e figlio di Enrico già fotografo di Paese Sera), ormai politico di lungo corso (è stato presidente del Municipio ed assessore comunale con Alemanno), ha riportato 3406 preferenze e una manciata di voti lo divide dal secondo eletto.

Ce l’ha fatta Paolo Ferrara anche per il Movimento 5 Stelle. L’ex capogruppo consiliare del partito grillino, disarcionato dopo lo scandalo Parnasi sullo stadio di Tor di Valle, ha raccolto 953 preferenze ed è secondo solo all’ex assessora Linda Meleo con un vantaggio sul terzo (Daniele Diaco) di oltre 30 voti.

Chi è in bilico

Per un posto in Campidoglio corre anche Maria Cristina Masi che ha fatto il salto dal Municipio all’aula di Giulio Cesare. Pure per lei il cambio di partito, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, è stato un banco di prova che sembra essere andato bene, almeno in termini di consenso. Rischia però di non sedere tra i banchi consiliari: se dovesse vincere Gualtieri, le 4345 preferenze raccolte potrebbero non bastare. E’ ottava e in caso di sconfitta di Michetti a Fratelli d’Italia spetteranno solo sei posti.

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Maria Cristina Masi

E’ in bilico anche Giovanni Zannola del Partito Democratico: il consigliere comunale uscente è undicesimo del suo partito con 2382 preferenze, ben saldo nella sua posizione rispetto a chi lo insegue (Lorenzo Marinone, 2307) e a un solo voto da chi lo precede (Nella Converti). Potrà entrare in Campidoglio solo in caso di vittoria di Gualtieri: in quel caso spetterebbero 18 consiglieri al Pd.

Spera, al contrario, nel successo di Michetti, Ferrara perché potrebbe riuscire nell’impresa di “raddoppiare” in Campidoglio: il suo piano di “trainare” in voto abbinato l’ex assessora ai Servizi sociali del X Municipio, Germana Paoletti, ha prodotto a questa 822 voti e sarebbe lei il quarto consigliere per il M5S in caso di vittoria del fronte di centrodestra.

Chi è fuori

Disastroso il tentativo dell’ex capogruppo del M5S in X Municipio, Antonino Di Giovanni. Quello che è stato oppositore interno alla linea egemone di Ferrara a Ostia, ha conseguito solo 341 voti di preferenza e nel tonfo del partito è forse quello che ha pagato di più le scelte scellerate del partito nelle periferie.

antonio del greco
Antonio Del Greco

Un consolatorio ma inutile quarto posto è toccato ad Antonio Del Greco, il superpoliziotto già operativo della Squadra Mobile di Roma e di Milano, plurimedagliato e oggi dirigente di uno dei più importanti istituti di vigilanza privata. La sua esperienza elettorale nella Civica per Michetti si è conclusa con 238 preferenze. Se il centrodestra vincerà al ballottaggio entreranno in Consiglio solo due eletti della lista civica.

Nelle fila della Lega in Consiglio comunale correva anche Luigi Zaccaria, ex consigliere municipale e sindacalista in rappresentanza delle Guardie penitenziarie. Ha ottenuto 571 voti di preferenza, una quota ben lontana da uno dei sei posti che spetteranno al partito di Salvini in caso di successo al ballottaggio.

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Elezioni amministrative di Roma: ecco le preferenze