Ostia, Pink Room: ripartito al Grassi il progetto dedicato alle pazienti oncologiche

Presso l’ospedale Grassi di Ostia è ripartita ieri la seconda fase del progetto dedicato alle pazienti oncologiche "Pink Room – Continuare a vivere da protagoniste"

pink room

Presso l’ospedale Grassi di Ostia è ripartita ieri la seconda fase del progetto dedicato alle pazienti oncologiche “Pink Room – Continuare a vivere da protagoniste”, progetto curato dal Rotary Club Ostia che si svolge nell’ambito di una convenzione annuale con la ASL RM 3.

Dopo la pausa estiva, il progetto è ripartito ieri alla grande e ha visto la presenza di medici e primari del Grassi che hanno presenziato, incontrato e salutato le pazienti durante un piccolo intervallo. Non poteva mancare la presenza del Direttore Generale della ASL RM3 Marta Branca, una donna molto sensibile al tema oncologico e visibilmente commossa durante il suo intervento nel quale ha ringraziato le pazienti, i medici presenti e non che stanno collaborando a questo progetto.

il Rotary Club Ostia ha messo a disposizione counselor e volontari in un’ottica di grande collaborazione tra pubblico e privato. I counselor, che prendono parte al progetto, sono veramente tanti, tenuto conto che il progetto al momento prevede oltre 30 pazienti e che è destinato a breve a raddoppiare.

Cos’è la Pink Room

La Pink Room è uno spazio vero e proprio che l’ospedale Grassi di Ostia ha messo a disposizione delle donne affette da carcinoma che si trovano nella fase post chemio-radioterapica, fase questa molto delicata in quanto il confronto con le tematiche quotidiane relative ai segni, visibili e invisibili che lasciano le terapie, possono aggravare la loro ripresa ad una vita lavorativa e affettiva di cui sono parte e hanno diritto ad esserlo.

E’ una stanza tutta al femminile, con un laboratorio di counselling curato da un’equipe multispecialistica basata su una metodologia multisetting di cui ne fanno parte medici di primario valore che prestano la loro opera anche a titolo gratuito e di estetiste e counselor, tutti coinvolti a titolo gratuito.

Obiettivo dell’equipe è quello di insegnare alle donne a riconquistare la sicurezza del proprio corpo anche attraverso una rinnovata estetica che consente loro di sentirsi maggiormente inserite in un contesto sociale sempre più rivolto all’aspetto fisico.

A disposizione delle pazienti vi sono quindi incontri di psicologia e psicoterapia individuale e di gruppo, incontri di chirurgia per meglio spiegare la metodologia utilizzata per affrontare questa tipologia di interventi, e infine, le estetiste provvederanno a insegnare loro come migliorare il proprio aspetto fisico dal punto di vista del trucco e dell’acconciatura dei capelli.

Inoltre nei vari incontri vengono trasmessi tecniche di rilassamento e tutto il supporto del counseling fondamentale nella relazione di aiuto finalizzato alle condizioni di disagio che le pazienti affette da questa problematica affrontano quotidianamente.  “L’obiettivo della Pink Room – ha affermato il medico ginecologo, responsabile per il Rotary Club e ideatore del progetto Fulvio Leoni  –  è l’accompagnamento della persona che si è ammalata, non solo durante la diagnosi e le cure mediche e chirurgiche, ma per il tempo necessario alla acquisizione di nuove consapevolezze sulla propria vita”.

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