Metro B, la banda del freno d’emergenza colpisce ancora

Giovanissimi writer bloccano con il freno d’emergenza il treno, scendono, verniciano le fiancate e si dileguano. Polizia e Italpol in allerta

banda del freno d'emergenza writer

E’ già successo una decina di volte dall’inizio dell’estate e le modalità sono le medesime: in prossimità di una stazione tirano il freno d’emergenza, scendono dal treno, ne vandalizzano le fiancate con la vernice spray e si dileguano.

Giovanissimi writer bloccano con il freno d’emergenza il treno, scendono, verniciano le fiancate e si dileguano. Polizia e Italpol in allerta

E’ serrata la caccia aperta dalla polizia e dall’Italpol a una banda di giovanissimi writer che imperversa sui treni della Metro B e della Roma-Lido. I misteriosi teppisti agiscono nei pressi delle stazioni Marconi e Magliana con le medesime modalità e pressappoco allo stesso orario, intorno alle ore 23,00. E’ successo pure ieri sera, martedì 10 agosto. Uno di loro, subito dopo la partenza del convoglio da Marconi, ha azionato il freno d’emergenza costringendo il treno a una brusca frenata. Appena si sono aperte le porte, il gruppetto, composto da tre persone incappucciate, è sceso e con la vernice spray ha dato sfogo alle frustrazioni imbrattando le fiancate della metro.

All’arrivo del macchinista e degli addetti Italpol, agenzia che assicura la sicurezza nelle stazioni di Roma, i tre malviventi si erano già dileguati.

La polizia, che indaga su tutti gli episodi, ha acquisito testimonianze e immagini del sistema di videosorveglianza attivo nelle stazioni. Inutile dire che la pratica messa in atto dalla banda è molto pericolosa: la brusca frenata, infatti, potrebbe far perdere l’equilibrio a qualche passeggero che nella caduta potrebbe urtare pesantemente contro i sostegni o contro altri viaggiatori.

L’Italpol ha rafforzato i servizi di prevenzione e vigilanza nelle stazioni coinvolte.

L’uso del freno d’emergenza sui treni, se non motivato, è giustamente punito dalla legge per il reato di procurato allarme (fino a sei mesi di reclusione) e con un’ammenda di 200 euro.